Disastri dal Mondo — 22 Maggio 2015

Per il premio Nobel Carlo Rubbia le energie rinnovabili sono ad un punto morto e una palla al piede per l’Europa, mentre il nuovo obiettivo è creare energia pulita dal metano senza emissioni di CO2.

Si tratta di una innovativa tecnica studiata in questi anni nei laboratori del Politecnico di Karlsruhe, in Germania, che consente di “rompere” la struttura del metano dividendolo in carbonio e idrogeno.  Dall’idrogeno a quel punto è possibile produrre energia senza liberare anidride carbonica mentre il carbonio scartato può essere usato per altri scopi.

Rubbia ha spiegato che gli Usa, e molte altre nazioni, stanno spostando i loro sforzi nello sfruttamento del gas naturale i cui costi di estrazione sono stati abbattuti da nuove tecniche.

Questo garantisce una nuova era di abbondanza dove però sarà necessario trovare nuovi metodi per abbattere la CO2; certamente bisognerà a breve passare allo sviluppo applicativo, ma il sasso, anzi un vero masso è stato ormai lanciato.

Rubbia è poi tornato sulla ferita ancora aperta di Chernobyl: il bilancio ufficiale dell’esodo dalle aree più contaminate ammonta a 135 mila persone, di cui 45.000 bambini, ormai diventati uomini, che resteranno sotto controllo medico tutta la vita.

In tutta l’area comunque, per altri 15-20 anni la dose collettiva di radioattività sarà ancora di 20 milioni di rem per persona per irraggiamento esterno e 210 milioni di rem per irraggiamento interno, cioè per quanto verrà ingerito attraverso la catena alimentare.

Dunque la tragedia continua: potrebbero ancora verificarsi 10.000 0 20.000 casi di cancro entro i prossimi 20-30 anni. Sono stime sulle quali manca il consenso generale, ottimistiche per alcuni, eccessive per altri, ma pertinenti.

A Chernobyl il meltdown si è limitato, ma l’ipotesi di uno sprofondamento di una massa nucleare è una conseguenza automatica di un arresto totale del sistema di raffreddamento di una centrale nucleare, evento che può ancora accadere altrove…

E badate bene che la centrale ucraina era il vanto dell’industria elettronucleare sovietica, nel 1988 sarebbe diventata la più potente al mondo.

Fonte: Meteolive.it__070919___rubbia

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