Slider — 14 Febbraio 2018

STORIA DEL CLIMA

LE GRANDI NEVICATE DELL’INVERNO 1607/1608 A PADOVA NELLE LETTERE DEL SACERDOTE LORENZO PIGNORIA

L’inverno 1607/1608 è conosciuto in molte parti d’Europa per la sua rigidità e per la grande quantità di neve caduta in quella stagione, anche il Veneto fu interessato da continue nevicate che dalla fine di Dicembre fino a inizio Febbraio portarono ad accumuli nevosi eccezionali che causarono gravi difficoltà alla vita quotidiana, il tutto fu accompagnato da un fortissimo freddo che rese memorabile quell’inverno.
Rivivremo quella stagione attraverso le lettere che il sacerdote padovano Lorenzo Pignioria scriveva all’amico Paolo Gualdo che si trovava a Roma.

4 Gennaio 1608
Qui abbiamo un nobilissimo freddo, e non abbiamo invidia a Danzica, a Riga, e quasi dirò alla Nuova Zembla (Zemlja), i tetti sono coperti di neve, le strade lastricate di ghiaccio, e tuttavia nevica, ieri mattina spirava una noiosa tramontana, io vidi le barbe dei contadini, che venivano al mercato, ricamate di brina.
Ma che dirà Vostra Signoria se io le dirò in verità , che in cantina nostra il vino s’è agghiacciato come acqua nelle strade?

11 Gennaio 1608
Qui tuttavia continua a nevicare al solito,e il freddo continua rigido, sicché lo studiare e lo scrivere si risolvono in stare al fuoco, ad arrostirsi i panni e le carni.
Abbiamo nelle strade bellissimi rompicolli

18 Gennaio 1608
Qui nevica oggi ancora, che certo è meraviglia, che noi altri non ci siamo impietriti tutti, tanto solenne entrata è quella che ha fatto l’inverno presente.

1° Febbraio 1608
La neve nostra continua a favorirci in tanta copia, che nella bella casa a San Benedetto del Signor Dionisio Contarini ha sfondato il tetto, come pure ad un altra vicina a Codalunga.
Il cantone della casa de’ Cumani, che guardava il sagrato di Sant’Agostino, se ne andato a terra, e sono cadute pure altre case di minor grado, sicché le persone si risolvono di gettare la neve dai tetti nelle strade, dove è montata tanto, che le carrozze e i carri non possono andare, e con difficoltà i cavalli.
Gli uomini medesimi sdrucciolano in maniera che non si fermano, se non sulla riva dell’altro mondo.
Il freddo e il ghiaccio è tale che il Signor Ferrante De Rossi ha speso a venir da Venezia a Lizza Fusina 29 Ongari, se gli uomini si agghiacciano, non si agghiaccia la morte, e in Venezia si muore di petecchie, che è un male contagioso purtroppo.

15 Febbraio 1608

Il freddo ha intermesso, e le nevi se ne vanno

21 Marzo 1608
Il freddo è tornato a farsi sentire, la neve se sgombrata da per tutto,e gettata nel fiume per consiglio dei medici.

Nella foto una bella immagine di Padova coperta dalla neve.

Fausto Pagnini.

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Meteo Sincero

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