Editoriali — 26 Novembre 2016

26-11-2016 – Salve a tutti, aggiornamento mattutino modelli, mirato come sempre per evidenziare le principali tendenze presenti nelle elaborazioni grafiche disponibili in rete.

Giungono significative conferme, oggi, in merito a un preciso trend evolutivo, che vede la costante presenza di saccature artiche, reiterate, nel comparto europeo centro orientale e di risalite altopressorie in Atlantico e,  parte, nell’Europa occidentale. Tale tendenza, che ieri sembrava lasciare il posto, nel lungo termine, a un graduale ricompattamento del VP, appare oggi più marcata e, soprattutto, ancora più accentuata nella prima decade di Dicembre.

Andiamo per gradi. Immagine satellitare che evidenzia un netto miglioramento delle condizioni del tempo (fortunatamente) nelle regioni ioniche, duramente colpite da violenti nubifragi nella giornata di ieri, venerdì (fig.1).

fig.1

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Come accennato anche nell’editoriale precedente, le correnti dominanti a tutte le quote nel Mediterraneo stanno per cambiare e l’evidenza del cambiamento è già visibile in alto in fig.1, con un impulso artico che si è già messo moto verso sud, diretto principalmente verso i Balcani, ma che apporterà una drastica diminuzione delle temperature (rispetto a quelle attuali molto miti) su tutte le regioni italiane, ma principalmente i quelle adriatiche entro martedì (fig.2).

fig.2

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In tale contesto, non sono da escludere nevicate a quote molto basse (anche 300-400 m) lungo i rilievi collinari del versante adriatico nella giornata di martedì, grazie al passaggio dell’impulso menzionato.

Come evidenziato in fig.2, la dinamica descritta costituirà solo il primo step di una serie che si sta definendo negli attuali aggiornamenti.

Appare evidente infatti, come l’anticiclone delle Azzorre tenda a spingere ancora in Atlantico verso nord, coadiuvato in un primo momento da una fase di svuotamento dei geopotenziali in area canadese (fig.3).

fig.3

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Tale sbilanciamento dei nuclei di vorticità del VP verso il comparto euroasiatico (già presente), innescherà la seconda colata artica, la seconda “botta fredda” in sostanza, proprio nei primissimi giorni di Dicembre, il prossimo week-end; su tale previsione stamattina concordano entrambi i modelli principali, americano ed europeo. Il secondo step freddo dovrebbe essere molto più incisivo, con valori che a 850 hPa potrebbero raggiungere i -10° C e un coinvolgimento molto più diretto delle nostre regioni centromeridionali (fig.4).

fig.4

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In questo caso nevicate a quote molto basse (quasi fino alla costa) non sono da escludere nell’Adriatico centrale, con i fenomeni che dovrebbero persistere molto i più rispetto al precedente passaggio (fig.5).
fig.5
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A seguire, evoluzione molto incerta, ma ormai da più emissioni nel modello americano appaiono evidenze di un possibile massiccio split polare, ancora una volta nell’Europa centro orientale, questa volta con geopotenziali davvero approfonditi e freddo presente soprattutto in quota inizialmente, come tutte le grandi avvezioni artiche (fig.6).
fig.6
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Addirittura una -40° C  a 5500 m si affaccia sulle Alpi, con un cospicuo lobo del vortice polare che scende su buona parte de continente europeo.
Il terzo step è ovviamente ancora molto incerto, ma è interessante notare come anche la successiva emissione, molto più “calda” per il Mediterraneo, evidenzi comunque la costante tendenze alla formazione del “blocco” nell’Europa occidentale, occorrerà valutare l’esatta collocazione e l’intrusività dell’onda atlantica verso il polo (fig.7).
fig.7
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Al prossimo aggiornamento, ma è confortante sottolineare come, a conferma della bontà delle previsioni formulate, dopo una fase novembrina calda e piovosa possa giungere in Dicembre più freddo e spesso nevoso.
Ciao ciao
Ilario Larosa

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