Editoriali — 26 Gennaio 2015

Spettacolo allo stato puro. Non ci sono altri aggettivi, se non qualche superlativo, per descrivere quanto sta prendendo forma sui cieli dell’Artico groenlandese.Nonostante una parte della vorticità si sia staccata in favore dell’ennesima ondata di gelo e neve lungo la costa nord-orientale degli Stati Uniti, i connotati di questo impressionante lobo del vortice polare sono quasi eccezionali.

Pensate che la colonna d’aria è così gelida che la superficie isobarica di 500hPa (vedi figura) è scesa fino a 4.760 metri geopotenziali e che a questa quota la temperatura fa registrare due noccioli di picco, l’uno a ovest della Groenlandia di ben -48°C e l’altro, di -46°C, sulla verticale del Labrador. Quest’ultimo ha il suo piatto forte ancor più in alto, dove la superficie isobarica di 300hPa (alle nostre latitudini corrisponde a circa 9.000 metri) è posta a 8.290 metri.

Vogliamo continuare? Ne vale davvero la pensa. Pensate che la superficie isobarica di 700hPa, che alle nostre latitudini corrisponde mediamente a circa 3.000 metri, si trova a 2.420 metri, con una temperatura di -35°Cpronta ad infilarvisi dentro, mentre una lama di aria gelida di -30°C sta per essere risucchiata verso i 940 metrigeopotenziali ove si trova il piano isobarico di 850hPa (alle nostre latitudini si trova a 1.500 metri!!).

Insomma tutto questo sta per prender le mosse e mettersi in viaggio verso il pieno Atlantico in direzione dell’Europa. Raggiungerà l’Italia con la sua perturbazione di testa nella giornata di giovedì 29, partendo con il nostro settentrione. Fino ad allora dovremo senz’altro tenere il fiato in sospeso e vedere passo dopo passo come evolverà questo vero e proprio mostro del cielo prima di tentare l’approccio con il difficile inverno di casa nostra.

Luca Angelini

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