Editoriali Slider — 25 Settembre 2022

L’autunno che fa l’autunno è quello di una estesa e strutturata azione ciclonica sul continente ed in affondo sul mediterraneo. La medesima configurazione, che trova i suoi poli freddi o centri motori sui mari del nord e sul nord-europa, riesce ad affondare, con assi di saccatura successivi, sino alle latitudini centrali del mediterraneo così da offrirci il quadro di una fase ben autunnale e precipitativa. Risulta evidente come un contesto del genere sia potenzialmente in grado, in virtù della fase stagionale di transizione e della significativa quantità di energia disponibile, di produrre, localmente, nubifragi e persino situazioni alluvionali. E questo tanto più i relativi affondi, più o meno ostacolati e costretti a discese meridiane a largo o a retrogressioni, delineano ritornanti di flusso stazionarie o semi-stazionarie. Il caso della sacca tuttora in azione sulla penisola rientra in questo disegno perché, per come indicato dalla simbologia viola rappresentativa di una isoipsa di riferimento e della linea di flusso corrispondente, la medesima dispone il proprio asse lungo una direttrice nord-est/sud-ovest e tende a rallentare il suo generale e naturale spostamento verso est o sud-est facendo in modo che la ritornante umida ed instabile sud-occidentale diventi semi-stazionaria e relativamente persistente. La conseguenza ovvia di situazioni del genere è la potenziale o possibile insistenza dei corrispondenti sistemi nuvolosi, e questo anche per la intrinseca e fisiologica natura autorigenerante dei medesimi, sulle stesse aree. In ogni caso tutta la configurazione di cui fa parte la sacca iberica descritta tende, nel corso delle prossime ore e comunque, ad evolvere e, moderatamente, a sfondare verso sud-est in maniera tale da mantenere, sulla base di apporti successivi, un profilo ciclonico, si caratterizzato da una certa persistenza ma anche intrinsecamente mobile e contestualizzabile in una moderata onda negativa più o meno estesa verso sud in latitudine proprio in corrispondenza delle nostre regioni. Per uscire da questa fase variabile ed instabile, nonché a tratti perturbata, è probabile che si debba attendere qualche giorno ed ovvero i primi giorni del mese prossimo, quando è da ritenere probabile lo spostamento ulteriore dell’onda negativa verso est o nord-est. Il disegno e la linea/freccia blu, corrispondente alla isoipsa di riferimento già menzionata, mostrano la situazione prevista in quota a fine mese, ancora caratterizzata dalla presenza di una struttura negativa frutto dell’affondo di un ulteriore asse di saccatura associato alla circolazione ciclonica sull’europa…

Pierangelo Perelli

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