Editoriali Slider — 20 Maggio 2022

Tra un non appassionato ed un appassionato di meteo corre la differenza che c’è tra chi desidera solo conoscere il tempo che farà domani, tra tre giorni, tra una settimana e così via, e chi guarda al tempo ed alle carte di breve, medio e lungo termine con spirito analitico. Faccio questa premessa perché mi preme ricordare alla prima categoria che la meteorologia non ha ancora raggiunto certi traguardi e più precisamente quelli di previsioni affidabili oltre un certo limite di tempo inquadrabile nell’ambito di circa 5-7 al massimo. Tant’è che, personalmente, trovo assolutamente inutile che, quando si voglia sapere il tempo che farà in una certa zona, si guardi a previsioni che vanno oltre questo tempo. Diverso è il conto di chi guarda alle carte con spirito analitico e tecnico, sulla base del fatto che le medesime carte, anche quando riferite al lunghissimo termine dei 15 giorni, hanno il valore di contesti di derivazione fisico-matematica, e dunque scientifica, da valutare in un ambito di più ampio range analitico collegato ad altri studi ed analisi. Tutto questo me lo insegna l’esperienza, la quale mi racconta che le previsioni di lungo termine sono da esaminare ma non ci dicono il tempo che farà se non con la effimera base di percentuali probabilistiche nell’ordine del 20/30 %. Dopodiché c’è sempre quel qualcuno che, dopo aver raccontato il tempo che farà su una città tra 12-15 giorni, ed aver visto che quanto aveva previsto è successo, si vanta di averci ben visto. Ma non dovrebbe giacché tale coincidenza, ammettendo che scientificamente detta previsione aveva la stessa valenza scientifica e lo stesso valore percentuale probabilistico di previsioni diverse, è da considerarsi solo casuale. Venendo alla situazione inutile nasconderci che stiamo vivendo una prematura fase quasi estiva che per maggio non è così strana e nuova ma che può creare allarmismi su quanto potrebbe accadere in futuro. Sulla base di quanto scritto sopra mi sento, però, di dire che il tempo che farà durante l’estate non possiamo conoscerlo adesso per cui lo vedremo. Tant’è che, seriamente e viste le proiezioni incerte ed un pò diverse dei vari modelli, sbilanciarsi al momento oltre i 5 giorni diventa davvero complicato ed anche, ai fini di una previsione affidabile, inutile. Sappiamo, in proposito, che il promontorio anticiclonico in azione andrà intensificandosi nel corso dei prossimi giorni per poi subire un cedimento, anche apprezzabile, ad inizio settimana ed all’inizio di una settimana che potrebbe essere governata, in mediterraneo centrale, dalla goccia fredda, residuo di una saccatura atlantica. Quello che non è dato di sapere ancora con un minimo di certezza è quanto detta azione ciclonica saprà essere all’origine di un guasto esteso e marcato oppure di un guasto più limitato e meno significativo perché affogato in un regime anticiclonico che cerca di resistere. Vedremo poi se all’allontanamento di tale configurazione destinata a spostarsi verso est o a residuare verso il nord-africa subentreranno condizioni meno anticicloniche e più atlantiche oppure risorgerà più pimpante che mai il poco amato sub-tropicale. Il disegno mostra la situazione prevista in quota intorno ai giorni 25/26 e quanto sopra descritto…

Pierangelo Perelli

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