Editoriali Slider — 16 Gennaio 2020

I propositi di un cambio nel senso di grandi svolte invernali ed irruzioni artiche sono, probabilmente e ancora una volta, destinati a sfumare. L’affondo prossimo, segnato da una caduta dell’alta pressione in mediterraneo e da un rialzo barico oceanico in direzione di isole britanniche e poi di scandinavia, presenta inizialmente le caratteristiche delle irruzioni in grado di apportare fasi più fredde, ma è destinato ad evolvere in una estensione depressionaria chiusa ed in spostamento retrogrado. La conseguente chiusura suddetta chiuderà ad ogni possibilità di richiami successivi di aria fredda del nord o del continente. Tutto questo non significa che non avremo un pò di inverno, giacché i movimenti barici sono tali da apportare una prima fase di peggioramento da nord-ovest e quindi un flusso orientale certamente associato a masse fredde dell’est. Ma non sembra affatto che detta evoluzione possa corrispondere, alla fine, ad un blocco con corridoio depressionario esteso da gibilterra all’europa orientale. Sembra invece che il flusso orientale suddetto sia rapidamente destinato a cedere il passo a correnti sud-occidentali o meridionali. Naturalmente l’evoluzione di queste circolazioni chiuse iberico-mediterranee non è mai troppo decifrabile ma, al momento, che detta circolazione possa finire per isolarsi molto ad ovest affogata nell’alta pressione e possa quindi finire per essere riagganciata dal flusso occidentale, appare il trend più probabile…

Pierangelo Perelli

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