Editoriali — 10 Gennaio 2016

09-12-2016 – Salve a tutti. Ennesima giornata di passione meteorologica per i seguaci dei modelli. Mai come in questi giorni infatti, la divergenza previsionale nel lungo termine si sta facendo evidente nelle diverse emissioni, com’è normale che sia del resto. Tuttavia, in questo contesto particolare, c’è davvero una forbice molto ampia che parte, quasi improvvisamente, da un preciso istante, quasi didattico, oltre le 120-144 h, a metà mese…….

Questa mattina, dopo una previsione concordante nelle prime 168 h circa, i due principali modelli di previsione indicano infatti sia l’arrivo del gelo e della neve (europeo), sia un rapido ritorno a condizioni anticicloniche, via via più zonali (americano).

Andiamo per gradi; il tempo peggiora al nord, per l’approssimarsi di una perturbazione Atlantica, a cui ne seguirà una seconda, capace di apportare piogge diffuse tra Toscana e nord Italia e nevicate piuttosto abbondanti sulle Alpi. In serata approfondiremo anche tale aspetto. Al momento concentriamoci su quanto presentato dai due principali modelli per metà mese. Ecco quello americano per il giorno 16 (fig.1).

fig.1

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Come si vede, è presente una notevole attività delle onde emisferiche e un intenso nucleo gelido del VP  si fa strada verso i Balcani, sfiorando l’Italia.

Ecco la carta del modello europeo per lo stesso giorno (poche ore di differenza, fig.2).

fig.2

ECH1-192 (4)

Dal confronto delle due carte non sono poi molto evidenti le differenze alla data in esame, il nocciolo gelido è sempre diretto verso i Balcani, sfiorando l’Italia, ma in Atlantico l’anticiclone delle Azzorre si fa strada verso ovest con una nuova rimonta verso nord.

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A seguire, il modello americano vede un appiattimento delle ondulazioni evidenziate nel medio termine e un sorprendente rafforzamento del VP, partendo da condizioni di partenza con AO  intorno a -4, con la cosiddetta “spanciata” dell’anticiclone delle Azzorre verso este colata gelida che finisce tra Grecia e Turchia (fig.3).

fig.3

gfsnh-0-240 (3)

Completamente diversa la visione del modello europeo; il VP, in questo caso, non si rafforza molto, la penetrazione delle onde troposferiche prosegue verso l’Artico, in particolare dell’anticiclone delle Azzorre, con isolamento di un massiccio lobo gelido del VP stesso nell’Europa centro orientale (fig.4).

fig.4

ECH1-240 (3)

 

 

Davvero notevole la visione in fig.4; con la spinta a “tenaglia” esercitata dalle due waves (H2 e H3), il lobo gelido, nella eventuale prosecuzione della previsione, non può far altro che finire dritto sopra le nostre teste, nel Mediterraneo. Il dettaglio delle temperature previste è già molto indicativo, una-20 a 850 hPa (1500 m) è presente nel bassopiano russo (fig.5).

fig.5

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Recm2402 (3)

 

A questo punto a domanda sorge spontanea, come disse qualcuno: purchase discount medication! amoxil generic name . official drugstore, generic amoxil oral drops. chi ha ragione tra i due??

Com’è noto, in meteorologia potrebbero benissimo aver torto tutti e due ed esserci una terza via a noi ignota, ma alcuni ragionamenti possono essere condotti.

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Altra domanda: è possibile che il VP si ricompatti come mostrato nel lungo termine del modello americano, dopo la crisi attuale e, soprattutto, dopo l’ulteriore previsione di AO in calo nei prossimi giorni??

fig.6

ao.sprd2 (6)

 

 

Il VP di quest’anno, diciamolo, ci ha abituato a tutto, sembra dotato di un forza inarrestabile; tuttavia, l’AO, come sappiamo, riassume con un valore (indice) quanto riportato dalle diverse emissioni dell’ensemble (è un indice descrittivo); tali visioni sono riassunte in tutte linee rosse riportate in figura 6, a cui corrisponde una tracciato dei diversi spaghetti, riportati di seguito. Ebbene, tutti gli elementi citati, o meglio, la maggior parte, continuano a indicare, anche per il modello americano, valori termici più freddi dell’emissione ufficiale e un VP più aperto e meno strutturato rispetto a quanto riportato nelle emissioni ufficiali (fig.6)……….

fig.6

MT8_Verona_ens (9)

 

Insomma, sebbene la visione del modello possa sicuramente essere estrema e verrà in parte ritrattata (non è detto però), anche le ipotesi del modello americano, riguardanti quasi un completo ritorno della zonalità, con l’avvento addirittura di alte pressioni a contributo africano, sembrano veramente fuori luogo. In questa sede si ribadisce, quindi, come una saccatura artica di grande importanza, ancora non ben inquadrata dai modelli, sia probabile nel range temporale compreso entro i prossimi 10 giorni.

Ciao ciao

 

Ilario Larosa (meteogeo)

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