Disastri dal Mondo — 27 Settembre 2015

Collasso climatico: scienziati hanno registrato “zero uragani” nell’Atlantico occidentale

Il futuro del pianeta non è così roseo e questo non è una novità, visto il buco dell’ozono e i ghiacciai si assottigliano sempre di più, ma a suonare strano è il risultato di due studi pubblicati sulle riviste scientifiche come Pnas e Science Advances.
Ecco la tesi: se bruciassimo tutti i combustibili fossili esistenti, il livello dei mari si innalzerebbe di 60 metri e non ci sarebbe più scampo per moltissime città tra le quali New York, Shanghai, Londra e Parigi, Berlino. E se le emissioni di gas serra continueranno – come accaduto finora –a galoppare, tra dieci anni circa 50 milioni di persone si trasformeranno in “rifugiati climatici”, in fuga dai disastri provocati da riscaldamento globale e desertificazione.
Dati e previsioni da brivido che arrivano nell’anno della conferenza di Parigi e dell’accordo sul clima firmato al G7 di Elmau. La prospettiva di un “collasso climatico” dovuto all’aumento della temperatura, al consumo continuo di combustibili e alla produzione di emissioni ai ritmi attuali, sembra verosimile.
Calotta antartica a rischio. “Se dovessimo bruciare tutte le riserve di combustibili fossili, questo eliminerebbe la calotta antartica e provocherebbe un innalzamento permanente del livello del mare senza precedenti nella storia umana”, sottolinea Ricarda Winkelmann, autrice dello studio. Entro i prossimi 60-80 anni gli oceani potrebbero sommergere un’area che oggi ospita un miliardo di persone: città come Tokyo, Hong Kong, Shanghai, Calcutta, Amburgo e New York ma anche buona parte dell’Italia. Altro elemento riguarda l’agricoltura: il report diffuso da The Economics of Land Degradation, dice che nei prossimi dieci anni sarà inutilizabile il 52% del suolo arabile. Le cause sono tre: desertificazione, deforestazione e inquinamento.
Quest’anno gli uragani non sono stati ancora registrati nell’Atlantico occidentale

Secondo gli scienziati, due fattori che lavorano contro lo sviluppo degli uragani, ovvero, il wind shear (vento a cesoia) e aria secca,  sono stati abbastanza prevalenti nella zona del Golfo del Messico, in gran parte nei Caraibi e per tutta l’estate.

Quindi gli scienziati nel frattempo, hanno registrato zero uragani, un fatto misterioso che non accadeva dal 1914 nella zona dell’Atlantico occidentale, Golfo del Messico, dove ogni anno si registrano numerosi uragani. Quindi la domanda è lecita: cosa sta succedendo?

 

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Fonte Segnidalcielo

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