Editoriali — 03 Agosto 2014

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Disastro a Refrontolo poco dopo le 22.30 durante la festa degli uomini con cento persone in un tendone nell’area prospicente il Molinetto dea Croda di Refrontolo. Il torrente Lierza, a causa della piogge che si erano abbattute nella zona montuosa vicina, è improvvisamente e letteralmente “esploso” travolgendo tutto quello che si trovava nelle vicinanze. A finire inghiottito nella valanga d’acqua tutto quanto: tavoli, sedie, auto ma soprattutto persone che hanno cercato di salvarsi aggrappandosi a tutto querllo che trovavano nel buio più profondo. Secondo un primo bilancio dei soccorritori accorsi con tutte le forze disponibili, ci sarebbero 4 morti, dispersi e decine di feriti trasportati tra Conegliano, Vittorio Veneto e Treviso.

Le vittime sarebbero 4  giovani di Falzè di Piave, Pieve di Soligo e Refrontolo. Sul posto parenti e amici che stanno cercando informazioni.

ORE 3.50 I feriti ricoverati a Treviso sono due, e sono quelli in condizioni più gravi. Uno è stato ricoverato in Rianimazione l’altro è ancora sotto osservazione da parte dei medici dle pronto soccorso per decidere lo stato. Non presenterebbero particolari problemi invece i feriti ricoverati a Conegliano e Vittorio Veneto. Gran parte dei mezzi del 118 inviati sul posto hanno fatto ritorno alla base. In zona resta un presidio.

ORE 3.40 Parla la titolare dell’agriturismo Le Noci dove sono bloccate cinquanta persone. La titolare Donata Cenedese: “Ci stiamo preparando a fare la notte ospitando almeno i bambini nelle camere, tutte le stare che escono isolate per le frane e gli alberi casutri., In tutta la mia vita mai vista tanta acqua”

ORE 3.20 Cinquanta persone sono ancora bloccate all’agriturismo Le Noci località Arfanta di Tarzo erano andate a festeggiare un compleanno e si sono ritrovate bloccate. Tra loro anche il sindaco di Belluno Jacopo Massaro.

ORE 3.00 Impossibile per adesso stabilire l’effettivo numero dei dispersi visto il fuggi fuggi generale, il buio e la difficoltà di stabilire contatti in zona. Difficoltà di comunicazione anche per i vigii del fuoco e le squadre di soccorso che stanno lavorando sotto le fotoelettriche per illuminare l’area

ORE 2.40 “Una valanga di fango” raccontano i sopravvissuti, “persone che si aggrappavano ai rami per non essere inghiottiti dall’acqua”

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Fonte: Tribuna di Treviso

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