Editoriali — 15 Febbraio 2014

__061327___img6Rallenta la morsa ma non molla completamente la presa. L’attività delle depressioni extratropicali di origine atlantica, seguitano a mantenere il proprio centro motore sul settore nord-occidentale dell’Europa, proponendo per il Paese il transito di una nuova perturbazione che interesserà con particolare vigore le regioni settentrionali italiane tra la sera di domenica 16 e la prima mattinata su lunedì 17. La corrente a getto, cioè il nastro trasportatore che consente a queste perturbazioni di alternarsi sul panorama atmosferico italiano, andrà attenuandosi lasciando spazio ad una fase atmosferica “prefrontale” che in queste ore tiene già impegnati i cieli delle regioni settentrionali, apportando annuvolamenti consistenti e locali pioviggini.

La persistenza di una lunga fase prefrontale, determinata da un rallentamento della corrente a getto, favorirà una marcata impennata delle temperature con effetti soprattutto al centro-sud, come approfondito in questo articolo –>

L’avanzamento vero e proprio del sistema frontale avverrà nella giornata di domani, domenica 16 febbraio, quando il sistema perturbato di origine atlantica, attraverserà le regioni settentrionali italiane, portando una rapida sventagliata di precipitazioni. In questo frangente ci attendiamo un passaggio perturbato piuttosto veloce ma localmente in grado di provocare rovesci intensi di pioggia e qualche temporale, in virtù delle temperature non fredde.

Sulle regioni nord-occidentali i carichi precipitativi maggiori sono previsti sulla Liguria nonchè sui settori alpini e prealpini delle Alpi Lombarde a cavallo tra la serata di domenica 17 e la primissima mattinata di lunedì 17. Coinvolti anche i settori piemontesi anche se in questo caso le precipitazioni saranno più deboli. Successivamente il sistema frontale tenderà a trasferirsi sulle regioni nord-orientali, interessando in tarda mattinata su lunedì, Veneto, Trentino e Friuli con precipitazioni maggiori che si concentreranno a ridosso dell’arco alpino.

La quota neve, inizialmente elevata, tenderà a scendere velocemente, attestandosi sugli 800-1000 metri lungo l’arco alpino centrale ed occidentale. Livello dei fiocchi un poco più alto sulle Alpi Venete e Friulane.
Leonardo.it

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