Editoriali — 13 Ottobre 2015

La Porsche 911 è forse l’auto maggiormente riconosciuta come icona della sportività su quattro ruote al mondo. Probabilmente più di Ferrari e Lamborghini, a Stoccarda sono riusciti a mantenere un’identità costante nel corso dei 52 anni di età della vettura, una vera e propria icona di passione per le quattro ruote che emana eleganza e classe da ogni singolo bullone della sua carrozzeria. Se i modelli di (quasi) tutti gli altri produttori hanno cambiato filosofia costruttiva e nome nel corso dei decenni, la 911 è rimasta identica nel nome e nella filosofia progettuale, pensata sì per divertire ma anche per essere un’auto da guidare tutti i giorni.

Non stupisce che la scelta di Porsche di virare alle motorizzazioni turbo sia di quelle che fanno discutere e parlare gli appassionati, che uniscono nell’amore per il marchio ma che dividono nel merito della scelta tecnica. Un po’ come per la nazionale di calcio, che unisce e divide, siamo tutti diventati tecnici e ingegneri meccanici, e ogni appassionato ha la propria teoria al riguardo. Era dal 1998 che a Stoccarda non si faceva una scelta del genere (in quel caso si modificò il propulsore raffreddato ad aria), ed è una scelta che, dal punto di vista tecnico, è assolutamente ineccepibile per mantenere il passo con i tempi e i competitor moderni.

Motori più piccoli, coppia maggiore, risposta maggiormente pronta all’acceleratore e consumi ridotti. La nuova 911 è un esempio di rivoluzione silenziosa, che si scopre solo leggendo i dati tecnici sui listini o i giornali specializzati. Le rinunce nei confronti della motorizzazione aspirata, il 6 cilindri boxer, sono ben poche, e i guadagni in termini di prestazioni generali della vettura molteplici.

Saranno 3000 i centimetri cubici impiegati per sviluppare 370 cavalli (o 420 nella versione “S”) e ben 450 (e 500 Nm), un salto generazionale nelle performance motoristiche di quelli epocali. 3,9 secondi è il tempo che impiegherà la “S” a balzare a 100 chilometri orari (4,2 la versione normale) e anche in questo il nuovo primato: la prima 911 a scendere sotto i 4 secondi nello scatto da fermo.

Se per la parte meccanica si può parlare di rivoluzione così non è per la componente estetica, con delle differenze che definire “lievi” è anche troppo. Leggermente modificato l’anteriore, il posteriore prevede ora due scarichi centrali e una griglia modificata per aumentare il raffreddamento al motore (e alle turbine) posizionato, come sempre, nel retrotreno. Dal punto di vista dell’elettronica sarà di serie il navigatore satellitare con schermo multitouch da 7 pollici e una serie di migliorie per quanto riguarda il consumo dell’auto in coda.

I prezzi rimangono circa invariati, con la versione base a partire da 100.000 euro a salire fino ai 114.000 della Carrera S. “Rivoluzione” in casa Porsche è una parola che si pronuncia sottovoce, ma in questo caso ha un sound davvero “turbo”.

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Fonte Vanillamagazine

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