E’ partita la missione europea ExoMars, che porta l’Europa su Marte a caccia di vita: il razzo russo Proton che trasporta la sonda e il modulo di atterraggio è stato lanciato dalla base russa di Baikonur (Kazakhstan) pochi giorni fa.

In viaggio nello spazio, la sonda europea ha comunicato con il centro di controllo: va tutto bene, i pannelli solari sono dispiegati e le batteria in carica. Ora sette mesi di viaggio, ovvero arriverà nel mese di Ottobre 2016.

Proton

La missione ExoMars 2016, dopo il decollo portato a termine la mattina del 14 Marzo con successo, guadagna anche l’atteso segnale della sonda che conferma il buono stato della strumentazione. Gli scienziati dell’Agenzia Spaziale Europea hanno potuto tirare un sospiro di sollievo alle 22:29, quando la stazione ASI di Malindi ha captato il segnale che poi ha rimbalzato sui social di tutto il mondo.

Quindi ora la sonda spaziale ExoMars riesce a comunicare, dopo che i pannelli solari si sono dispiegati come da programma e quindi stanno alimentando il sistema. Di conseguenza, le batterie si stanno ricaricando.

Roberto Battiston, numero uno dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana),  ha commentato che “il giorno del compleanno di Schiaparelli l’Italia si presta a contribuire in tanti modi a questa missione anche attivando il supporto di terra per le misure di telemetria fatte dalla nostra base a Malindi,  permettono di controllare la perfetta posizione delle fasi finali nell’orbita del nostro pianeta prima del salto verso Marte”.

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Battiston ha poi precisato che “questi risultati si possono ottenere solo attivando la collaborazione internazionale sia all’interno dell’Europa sia tra Europa e Russia, come nel caso di ExoMars. Fa riflettere come lo spazio sia unificante in un’Europa con contrapposizioni politiche, come quelle sui migranti, o tra Europa e Russia divise sulla questione Ucraina”.

La sonda a questo punto dovrà intraprendere un viaggio di 141 milioni di chilometri, che – come spiegato da Battiston – percorrerà per via inerziale. Ci sarà solo una correzione di rotta a metà del percorso, quindi una frenata per la correzione di orbita definitiva.

exo mars

Perché torniamo su Marte?

Perché non ne sappiamo abbastanza, oppure qualcuno sa ma non vuole parlare? Ad esempio le ricerche che hanno svolto i Rover Spirit e Opportunity hanno trovato elementi poco discutibili sulla possibilità di vita aliena su Marte, quindi è così promettente la situazione tanto da farci sperare che con questa missione potremo giungere a comprendere nei dettagli la «vitalità» marziana.

La biologia, quindi. Si punta infatti a scoprire tracce che attestino l’esistenza di forme di vita, ma questa volta si dovrà trovare il modo di dirlo una volta per tutte e in modo ufficiale. Marte potrebbe avere ospitato forme di vita in passato. Da qui il prefisso «exo», da exobiology (vita extraterrestre).

Altro argomento chiave è l’acqua. Presupposto per la vita. Già lo scorso autunno abbiamo saputo da Lujendra Ojha, del Georgia Institute of Technology di Atlanta, di quel raro fenomeno estivo che porta alla fuoriuscita di acqua dai crateri; lo provano particolari sali analizzati attraverso uno speciale strumento tecnologico tarato per decifrare la chimica «impressa» nei pixel fotografici della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (foto sotto) che oggi è ancora viva e orbita intorno a Marte.

Non solo vita e acqua, ma anche uomo.Se ne parla già da parecchi anni e ormai è quasi certo: entro qualche decina d’anni la nostra specie, fisicamente, camminerà su Marte. Ma perché tutto ciò possa compiersi è necessario poter individuare il luogo adatto al primo ammartaggio della storia. Ecco perché è fondamentale la buona riuscita della missione partita ieri. Schiaparelli con la sua attrezzatura dovrà essere in grado di indicare se Meridiani Planum potrà anche accogliere i primi terrestri in carne e ossa. Su Marte, infatti, uno dei primi compiti dei futuri equipaggi sarà quello di studiare la formula redditizia per ottenere energia, sfruttando, per esempio, la luce solare. L’uomo è ancora agli inizi dell’esplorazione del pianeta rosso, ma le nostre azioni sono sempre più precise ed efficaci.

E dopo la grande avventura di Rosetta (che ci ha portati su una cometa), e la triste fine di Beagle-2 (ammaraggio fallito), anche l’Esa potrà finalmente dire la sua, con la speranza che ci sia trasperenza sulle notizie provenienti da ExoMars.

 

Fonte Segnidalcielo

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