Editoriali — 07 Aprile 2016

08-04-2016 – Salve a tutti; dopo aver affrontato l’analisi dell’andamento del breve e medio termine, torniamo oggi a occuparci dell’andamento generale della stagione primaverile, con uno sguardo alle tendenze generali nel lungo termine e a più ampia scala. Iniziamo da ciò che dovrebbe accadere dopo l’ondata di maltempo del week-end; ovvero, del nuovo affondo di nucleo perturbato in Atlantico, che sarà responsabile di un accentuato scambio meridiano di importanza emisferica, ma che avrà come conseguenza principale una nuova risalita di aria calda da nord Africa, in un Aprile che si preannuncia ricco di scambi meridiani (fig.1).

fig.1

 

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In tal senso, appare chiaro come, già da questo inverno, a scala emisferica, sia presente una reiterazione di alcune dinamiche che, secondo quanto espresso dai modelli, sembra siano destinate a dominare la scena anche nel comparto europeo, nonostante il VP sia ormai molto indebolito. Tale indebolimento stagionale non riesce però a invertire un trend segnato dalla continua discesa (split) di nuclei di vorticità del lobo canadese in Atlantico, a sud nel tratto di oceano tra Groenlandia e Islanda (fig.2).

fig.2

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Dal confronto tra la fig.2 e la carta delle SSTA, le anomalie di temperatura rispetto alla norma delle acque oceaniche, appare evidente una chiara correlazione tra i movimenti delle principali figure bariche a scala emisferiche e l’attuale distribuzione delle SSTA stesse (fig.3).

fig.3

sst_anom (2)

 

 

In sostanza, nei due principali oceani, o perlomeno in quelli in cui le acque si spingono oltre il circolo polare artico (Pacifico e Atlantico), è presente un assetto peculiare che vede anomalie positive nel lato orientale e negative in quello occidentale, che nel Pacifico rappresenta perfettamente una fase di PDO spiccatamente positiva (fig.4).

fig.4

.

 

 

 

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Diverso il discorso dell’Atlantico dove al momento la corrispondente AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation) è in fase positiva, in transito a quella negativa (fig.5).

fig.5

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Il risultato dell’assetto descritto è il rafforzamento delle aree depressionarie e del getto polare in uscita dal settore aleutinico e del Labrador e la frequente presente di promontori del getto nel comparto europeo meridionale e nel settore costero del pacifico nordamericano. Sulla base di quanto affermato quindi, appare chiaro come la presenza del famoso BLOB in Atlantico (ampia area ad anomalia negativa) abbia sfavorito l’arrivo di saccature artiche nel nostro settore di emisfero nell’inverno appena trascorso.

Cosa accadrà in futuro??

Le rotture al trend descritto sono sempre possibili, ma avvengono con dinamiche che rendono temporanea la fase fresca, come accadrà in questo week-end; la fine del’ultima emissione del modello americano è indicativa a riguardo, un nuovo distacco dal lobo canadese verso l’Atlantico e l’Europa è contemplato dia modelli, con possibile fase di maltempo nelle nostre regioni, ma una risalita del’anticiclone delle Azzorre a ovest del Mediterraneo con conseguente blocco appare inibita (fig.6).

fig.6

gfsnh-0-384

 

 

Da quanto affermato è possibile concludere che non mancheranno fasi perturbate nella primavera in corso, ma al momento la possibilità di nuove puntate calde anche di una certa durata è altrettanto probabile, vedremo gli esiti.

 

Ciao ciao

Ilario Larosa (meteogeo)

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