Editoriali — 17 Ottobre 2016

16-10-2016 – Salve a tutti; nuovo editoriale serale, tardivo ma imprescindibile per non deludere le aspettative dei numerosi meteo appassionati che amano l’analisi delle carte, anche se non annunciano necessariamente imminenti nuovi eventi di grande rilievo.

Cerchiamo di scandire rapidamente, in virtù dell’ora tarda, le principali fasi meteorologiche che potrebbero caratterizzare il mese di Ottobre con uno sguardo alle tendenze che potrebbero essere presenti nel prosieguo della stagione.

1) Ormai sembra accertato l’arrivo di una nuova fase instabile a partire da giovedì prossimo a causa di una goccia fredda in distacco dal flusso atlantico e in isolamento nel centro Europa.

fig.1

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2) A seguire, sembra altrettanto probabile una sua interazione con il flusso Atlantico, nuovamente forte a ovest del continente europeo. La novità delle ultime emissioni, che conferma però quanto emerso dall’inizio della stagione autunnale, è che la depressione islandese non sembra proprio avere la forza di dettare legge in Atlantico, sua sede naturale e, pertanto, un nuovo e più ampio nucleo di vorticità viene isolato in Atlantico, con un’area di alta pressione che inizia ad affermarsi nella Groenlandia meridionale

fig.2

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3) Lo svuotamento dei geopotenziali nell’area canadese sembra poi essere un’evoluzione caratteristica della terza decade di Ottobre, con trasferimento del nucleo del VP in area siberiana (fase AD+ come visto ieri nell’editoriale ) e affermazione di un potente anticiclone nel’Artico canadese, con accenno di split del VP verso il comparto europeo.

fig.3

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A questo punto, la domanda che è lecito porsi e la seguente:

Quanto può durare questa fase?? Sarà solo temporanea e potrà andare a caratterizzare la stagione fredda, pur con temporanee e inevitabili fasi di ricompattamento del VP??

Si tratta della domanda fondamentale, a cui nessuno, potete starne certi, può dare una riposta sicura. Qualche dato però può essere vagliato per avere un’idea in merito.

Andiamo quindi a vedere lo stato di salute del VP dai piani stratosferici fino al suolo, verificando la presenza di anomalie dei geopotenziali lungo tutta la colonna barica alle latitudini più elevate (65-90 gradi di latitudine). In caso di anomalie positive (colori arancioni-rossi), il VP è più debole in quanto meno approfondito alle alte latitudini e, quindi, più probabili risultano i disturbi alle medie latitudini, tra cui il Mediterraneo, con pioggia, neve e freddo più frquenti.

Ebbene, in tal senso, a partire da inizio Settembre il VP appare chiaramente disturbato a tutte le quote a partire dai 35 km di altezza (5 hPa). Tale aspetto si è accentuato nel mese di Ottobre, evidenziando un autunno, finora, con assetto “weak”, debole, del VP .

fig.4


 time_pres_hgt_anom_all_nh_2016-1

Cosa è successo lo scorso anno??

Decisamente diverso l’andamento. Già dalla fine dell’estate del 2015 infatti, il VP ha mostrato una propensione alla chiusura e all’approfondimento, diventata davvero inesorabile nella stagione invernale.

fig.5

time_pres_hgt_anom_all_nh_2015-1

Le differnzx

Le differenze ci sono quindi tra le due annate e sono rilevanti, a intuito è facile comprenderlo (i colori azzurri indicano approfondimento del VP).

La stessa cosa, sebbene in maniera meno decisa, è successa nelle annate 2014 e 2013, VP in fase “strong” già in autunno.

Insomma, ribadiamo in questa sede che le differenze negli assetti a scala emisferica del VP con le scorse stagioni autunnali ci sono e sono evidenti; ciò non vuol dire ovviamente, che una fase di cooling e approfondimento del VP non possa avvenire in Novembre, ma per adesso l’evoluzione procede nel migliore dei modi, vedremo il seguito  nei prossimi editoriali.

Ciao ciao

Ilario Larosa (meteogeo)

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