Editoriali — 11 Luglio 2015

LINAROLO. È accaduto quello che aveva previsto il Parco del Ticino: il livello del fiume è preoccupante, cala di una decina di centimetri al giorno, mettendo a rischio le oltre 7mila aziende agricole del territorio e le attività che fanno del fiume la loro fonte di sopravvivenza. Come l’Imbarcadero Amici del Po. Il Parco è pronto a presentare istanza di calamità naturale, «perché il nostro compito è quello di tutelare le attività produttive», spiega il presidente del Parco del Ticino Gian Pietro Beltrami. A unirsi al grido d’allarme lanciato dal presidente è il sindaco di Linarolo Pietro Scudellari che definisce la situazione «estremamente grave» e chiede di rivedere il livello di 1 metro e 25 sopra lo zero idrometrico del lago Maggiore, deciso da Ministero dell’Ambiente, in accordo con le Regioni Lombardia e Piemonte e autorità di bacino.

Il fiume viene monitorato quotidianamente, «oggi è ad 1 metro e 18», precisa Beltrami, ma il livello sta scendendo in modo pericoloso. «Soprattutto se si pensa che le temperature potrebbero toccare i 38 gradi in questo mese, mettendo a rischio una situazione già compromessa – aggiunge il presidente –. Nei giorni scorsi, insieme alle Guardie ecologiche e a quelle del Parco, ho effettuato un sopralluogo sul fiume, constatando che la situazione è quasi drammatica e non si può continuare così». La verità, dice ancora Beltrami, è che «siamo soli contro tutti». A prevalere, precisa, «è l’interesse di tre ombrelloni che si trovano sulle rive piemontesi e di Expo». Perché concausa di questa situazione è anche l’Esposizione universale che finisce per prosciugare il Ticino. «Bisogna scegliere: o questa grande manifestazione o la sopravvivenza dei nostri agricoltori».

Il sindaco Scudellari gli fa eco e ricorda che il livello del fiume è di 3 metri sotto la media. Osserva Po e Ticino, all’altezza del ponte della Becca: «Sono in secca, si sono formati cumuli di sabbia. Sono problemi che erano già stati evidenziati, ma nessuno ci ha ascoltati, finora ha vinto chi ha fatto la voce grossa, come la Regione Piemonte che tutela i propri interessi economici, salvaguardando il turismo. Però nel periodo delle piogge si aprono le dighe e l’acqua ci invade». Chiede aiuto il sindaco e chiede aiuto Simone Calatroni, titolare dell’Imbarcadero che si trova sulla confluenza tra Po e Ticino. Il centro nautico Gli Amici del Po è lì dal 1965, ma ora la situazione è diventata insostenibile. «Il fiume è in secca e ad aggravare il problema è anche il fatto che non è possibile asportare la sabbia che si accumula in gran

quantità – spiega Calatroni –. Abbiamo il permesso per la movimentazione in alveo, per cui la sabbia si può trasportare da un punto all’altro, ma non rimuoverla. A nostre spese dobbiamo effettuare queste operazioni per consentire ai clienti di utilizzare le barche».

Stefania Prato

 

http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2015/07/03/news/il-ticino-e-in-secca-a-rischio-7mila-aziende-agricole-1.11717095

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