Editoriali — 16 Aprile 2016

La notizia della recinzione e del ripristino di controlli al confine da parte dell’Austria preoccupa non poco il primo cittadino: “Il Brennero come Idomeni o Calais? Bisogna prepararsi a tutto”

L’Austria fa sul serio. Ci dispiace moltissimo perché il Brennero è un paese aperto ed europeo, da diciotto anni vive senza un confine, vive come un paese di passaggio dove la gente d’Europa si incontra”.

Franz Kompatscher è il sindaco di Brennero, un comune di circa 250 abitanti. La notizia della recinzione e del ripristino di controlli al confine da parte dell’Austria lo preoccupa, per tutte le conseguenze che comporta sul territorio che amministra: dall’ingorgo di Tir sulle strade alla possibilità che Brennero diventi come Idomeni o Calais.

Ma di certo la gestione dei migranti non è una novità. Ad assistenze brevi, da un pasto caldo a un pernottamento, sono abituati da tempo da queste parti. “Sono stati 27mila i migranti assisiti qui l’anno scorso, e tremila nei primi tre mesi di quest’anno lo sviluppo che vediamo sul Mediterraneo mi fa dubitare sul fatto che la situazione oggi possa essere diversa”, ha spiegato sconsolato.

In futuro bisogna prepararsi tutto – ha concluso il sindaco – il Brennero non può contenere flussi enormi di profughi. Noi abbiamo già messo le mani avanti con le istituzioni, dicendo che bisogna predisporre un piano per affrontare un flusso maggiore. Il piano prevede di fermarli un po prima. E se dovesse essere un numero importante al Brennero, servirebbe un piano per riportarli in altri comuni dell’Alto Adige, dove verrebbero assistiti temporaneamente”.

 

 

 

 

Fonte Today

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