Climatologia — 06 Ottobre 2015

Le cronache si stanno ampiamente occupando della grave alluvione che ha colpito la Costa Azzurra. Senza entrare le merito della gestione del territorio, vogliamo qui porre l’attenzione sulla dinamica degli eventi da un punto di vista meteorologico.

Data la durata temporale delle precipitazioni, possiamo dire che si è trattato di alluvioni lampo, che si sono articolati in serie seguendo alcuni assi di confluenza nei bassi strati atmosferici. L’indagine satellitare mostra infatti una scia di nuvolosità pre-frontale risalire il Mediterraneo occidentale e sovrapporsi alla perturbazione principale (del tipo Fronte Freddo) che sopraggiungeva dall’Atlantico. La sequenza in calce all’articolo, elaborata da Ezio Filippone, ci mostra l’impressionante evoluzione che ha accompagnato le vicende meteorologiche delle ultime 96 ore.

Questo soggetto sinottico, ascrivibile a quello di una Warm Conveyor Belt di tipo retrogrado (WBC), è in buona sostanza un flusso, un nastro d’aria carico di instabilità latente. L’aria che ne costituisce la struttura, già calda in origine poichè recentemente prelevata dall’entroterra nord-africano, tende a raffreddarsi dal basso lungo il transito sul mare stabilizzandosi nei bassi strati, dove parallelamente si arricchisce di umidità e si organizza lungo particolari linee di confluenza. Si è creata così una colonna d’aria in movimento che presentava una stratificazione umida e fresca in basso,  calda e asciutta in alto.

Nell’impatto con il versante francese delle Alpi Marittime, la massa d’aria si è sollevata in blocco raffreddandosi per espansione e iniziando a condensare. Ma per la sua particolarità fisica, l’aria asciutta si raffredda più rapidamente di quella umida e pertanto, diventata improvvisamente più densa di quella sottostante, genera uno squilibrio che innesca il rilascio esplosivo dell’instabilità latente. Sono nati così gli ammassi nuvolosi temporaleschi che poi hanno potuto contare anche su ulteriori contributi da parte della circolazione in quota.

A conti fatti, l’energia totale che è stata messa a disposizione da un mare ancora piuttosto caldo ha alimentato il sistema temporalesco, costituendo il carburante necessario al sostentamento dei fenomeni ma determinante è stata la sciagurata coincidenza che ha visto i due corpi nuvolosi (WCB e Fronte Freddo) sovrapporsi proprio sulla verticale delle Costa Azzurra.

Il resto è cronaca, purtroppo ancora una volta dolorosa.

 

 

 

 

 

 

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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