Musica, Eventi & Meteo — 05 Luglio 2015

Per la rubrica: E’ tempo di… Musica… Oggi vi parliamo del 1968, anno non particolarmente facile per i Pink Floyd. Sono passati solo pochi mesi dallo straordinario debutto ( agosto 1967, The Piper at the Gates of Dawn, da molti considerato come l’atto di nascita della psichedelia inglese, album che produrrà effetti decisivi per lo sviluppo dei suoni nella musica rock a venire) e Syd Barrett, principale animatore e fondatore, geniale chitarrista, frontman ed unico compositore nella prima fase del gruppo, devastato dall’abuso di Lsd ed acidi vari, non è più in grado di reggere fisicamente e mentalmente il palco e lo stress da music business.

Sempre più inaffidabile, immerso in una condizione di schizzofrenia ed apatia, il “pazzo diamante” diviene un vero problema per gli altri componenti della band che si trovano a gestire una situazione difficilissima , pressati tra l’altro dalle pressioni della casa discografica che chiede di dare un seguito al loro primo lavoro.

pink

In questo marasma organizzativo si decide perciò di puntare su un amico d’infanzia dello stesso Syd, tale David Gilmour, inizialmente per supportare poi per sostituire di fatto il visionario leader la cui alienazione mentale rende impossibile una proficua e costante collaborazione, con il contributo del quale viene registrato “A Saucerful of secrets”, disco definito di transizione, unica produzione di fatto dei Pink Floyd come quintetto.

Il disco uscito il 29 giugno 1968 presenta una sola composizione di Barrett, , “Jugband Blues” che contrasta con il resto dei pezzi, in alcuni dei quali, egli incide per la verità alcune tracce di chitarra.
I pezzi migliori contenuti nell’album sono già indicativi del percorso che il combo prenderà negli anni a venire; l’ottima Set The Controls For The Heart Of The Sun di Waters con l’ossessivo giro di basso di Waters, il delicato lavoro di Mason e le bordate d’Hammond di Wright ed la suite psichedelica.

A Saucerful Of Secrets con le tre sezioni separate e distinte che si susseguono senza soluzione di continuità con curiose scelte sonore nella parte centrale dove Gilmour suona in stile steel guitar usando una gamba d’asta di microfono. Effetti , echi feedback, nastri suonati al contrario: primi esempi delle manipolazioni dei suoni e della ricerca che sarà patrimonio dei PF in molti albums a seguire.
Segnalo in Remember a Day uno stupendo solo dello stesso Gilmour che contribuirà non poco alla profonda conversione del sound del gruppo .

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