Nel merito di anticiclone della azzorre, di anticiclone atlantico e di anticiclone africano, di cui si parla spesso con troppa disinvoltura e, talora, in maniera non corretta, è bene chiarire alcuni aspetti. Occorre, in primis, sempre distinguere tra anticicloni veri e propri, corrispondenti alle aree di alta pressione misurate in termini di isobare e nei bassi strati, e i cosiddetti anticicloni dinamici o delle quote superiori come la quota di 500 hPa (circa 5.500 mt), misurati e rappresentati in termini di altezza di geopotenziale e non di valori barici veri e propri, e facce della stessa medaglia corrispondente alla fascia del sub-tropicale. Ecco perché, riferendoci alle quote superiori, sarebbe sempre più opportuno parlare di ramo atlantico e ramo africano del sub-tropicale piuttosto che di anticiclone atlantico e di anticiclone africano. In ogni caso si parla di anticiclone africano o promontorio africano ecc. ecc. quando l’ondulazione della fascia del sub-tropicale determina l’estensione di un’onda positiva in corrispondenza di africa e mediterraneo, mentre si parla di anticiclone atlantico e, un pò impropriamente, di anticiclone delle azzorre, quando l’onda positiva o l’estensione interessa, del medesimo sub-tropicale, l’area oceanica sino a coinvolgere il mediterraneo o la sua parte occidentale. Ed è proprio quest’ultima la configurazione meteo che ci sta interessando e che ci interesserà anche nei prossimi giorni. Va altresì detto che non siamo in presenza di una franca estensione verso levante delle azzorre, ma tra una disposizione del sub-tropicale ramo atlantico ben strutturata sul vicino oceano e sino sulla spagna ed una certa estensione azzorriana sulle medesime aree, il nostro tempo non può che essere quello limpido e relativamente stabile delle situazioni che vedono alta pressione sul mediterraneo occidentale e saccatura a levante, su penisola balanica e/o europa orientale. Un siffatto contesto, senza sostanziali variazioni, dovrebbe resistere per giorni, ed almeno sino ai primissimi di giugno. Dopodiché la minaccia di una saccatura atlantica, tendente a guadagnare verso sud o sud-est, potrebbe cambiare i connotati della disposizione anticiclonica descritta, con la possibilità di un disegno in cui emerge il ramo africano, oppure con la possibilità che, invece, prevalga il ramo anticiclonico dinamico atlantico e che lo stesso spalleggi detta saccatura accompagnandola in un suo passaggio lungo il settentrione. Ma tutto questo lo vedremo. Il disegno mostra la situazione generale prevista a fine mese, che è anche un pò rappresentativa della fase in corso e di quella dei prossimi giorni. In detto disegno: le frecce più piccole servono ad identificare il profilo dell’anticiclone delle azzorre e dell’anticiclone dei bassi strati; le frecce medie servono ad identificare il profilo dei flussi a 500 hPa nonché quello dell’anticiclone dinamico ramo atlantico, ancora ben disposto tra oceano e mediterraneo occidentale, anche se con la tendenza un pò a cedere ad ovest dell’iberia; le frecce grandi servono a rappresentare i tre elementi in gioco del lungo termine e tutto ancora da scrivere, vale a dire la saccatura del nord-atlantico che tende a spingere ed a guadagnare verso sud e i due rami del sub-tropicale, quali quello dell’africano e quello dell’atlantico…
Pierangelo Perelli

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