Editoriali Slider — 21 Aprile 2023

I modelli hanno individuato, da tempo, quella che appare come l’evoluzione più probabile nel corso dei prossimi giorni e, forse, anche la configurazione che potrebbe dominare il quadro di quasi tutta la terza decade. E che corrisponde esattamente a quanto già visto nell’analisi precedente, da me sintetizzata nei termini di sub-tropicale iberico-mediterraneo in agguato. La situazione attuale, che vede un moderato contesto anti-zonale alle latitudini centro-settentrionali ed un altrettanto moderato e non così ciclonico zonale alle latitudini medio basse, è quella della recente instabilità sul centro-nord, dettata dal flusso occidentale di un vortice in moto retrogrado sul centro-nord europeo e mosso proprio dal suddetto contesto anti-zonale. Detta configurazione è quella descritta nel disegno dalle frecce blu, rappresentative dei flussi alle alte quote, ed appunto ascrivibili a due flussi opposti nell’ambito delle diverse latitudini considerate. Una tale fisionomia, associata ad uno stretto corridoio depressionario alle latitudini medie, fa certamente pensare alla possibilità di un graduale ritorno ad una franca apertura verso occidente ed a quella dell’instaurarsi di un flusso, più o meno ciclonico o anticiclonico, di matrice atlantica. Ma, come già esaminato precedentemente, non sembra essere questa l’evoluzione che ci attende. E questo per il fatto che il grande corso occidentale, che corre sul nord-atlantico ed al di sopra di un’area anticiclonica scandinava in fase di graduale dissolvimento, tende a scindersi in due tronconi o a divaricarsi, spingendo una diramazione molto verso sud in meridiana e molto a largo sull’oceano ed indirizzando il ramo principale lungo un flusso nord-occidentale disposto tra il nord-atlantico e l’europa orientale. Detta disposizione è illustrata nel disegno, che identifica la situazione prevista in quota intorno a metà decade, dalle frecce viola, e ci racconta di come un tale profilo, di strutture cicloniche in netta opposizione di fase, non possa fare altro che, nel contempo, dare corpo ad una rimonta anticiclonica tra il vicino atlantico ed il mediterraneo. Ed ecco allora l’instaurarsi graduale della rimonta di un promontorio iberico-mediterraneo, inizialmente e probabilmente foriero di possibili infiltrazioni settentrionali su balcani, mediterraneo orientale ed al limite delle nostre aree orientali, ma poi, forse, sempre più invadente a caratterizzare un finale di mese nel segno di una relativa stabilità da primavera avanzata…

Pierangelo Perelli

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