Editoriali — 18 Luglio 2015

Il grande caldo di questo mese, stimolante di fantasie e dissertazioni sul global warming e sulle ere climatiche, a me rammenta solo che abbiamo a che fare con un caldo o molto caldo mese di luglio. Nel senso che lascio volentieri le discussioni e le analisi su ere climatiche e trend climatico attuale agli studiosi ed ai climatologi. Quello che so è che, ammesso l’effetto serra, la terra soggiace ad un andamento del clima fatto di oscillazioni e periodicità naturali, su grande e su piccola scala. Che grandi ere glaciali di circa 100.000 (molto all’incirca) anni si alternano ad ere interglaciali di circa 10.000 (molto all’incirca) e che, andando nel dettaglio delle sottoonde o delle onde su piccola scala, si arriva (ma si può andare ancora più nel dettaglio di fasi più brevi) alle cosidette fasi climatiche di alcune centinaia di anni, di cui fanno parte il middle ages warming e la piccola era glaciale successiva del 1600-1800. In questo modo, nel tempo attuale, oltre a trovarci all’apice di una era interglaciale, ci troviamo anche nella fase calda successiva alla piccola era glaciale. Ovvero stiamo guardando, dal punto di vista delle azioni naturali (astronomiche soprattutto) e dall’apice di un periodo caldo, un futuro, ancora lontano peraltro, di natura più fredda. Nulla vieta di integrare tutto questo, poi, con il cosidetto riscaldamento da attività umane, che, in ogni caso, però, non può essere considerato al di fuori dei parametri influenti naturali (che alcuni considerano di maggiore influenza e che altri considerano invece oramai secondari a quello della produzione artificiale di gas serra). Detto tutto questo che, poco include in termini di motivi di ragionamento sul clima di una stagione, o di un anno, o anche di alcuni anni, proviamo ad esaminare, piuttosto, quali sono le possibilità che un cambio di circolazione prossimo possa snaturare la barriera che il sub-tropicale in risalita dal vicino basso atlantico e dall’africa ha eretto da una ventina di giorni. Ebbene, rinforza, effettivamente, la speranza che l’onda positiva suddetta possa, nella seconda parte della settimana prossima, subire gli effetti di un cambio circolatorio associato a moderato rinforzo barico in medio oceano e a conseguente spinta occidentale. La figura mostra, in sovrapposizione, l’onda calda attualmente presente (traccia chiara) e la situazione, decisamente diversa, che GFS prevede a 5-6 giorni di distanza (traccia scura) con le frecce blu incalzanti che risultano così rappresentative di un periodo nuovo, caratterizzato, almeno per alcuni giorni (quelli di fine mese) da un certo refrigerio, anche instabile (occhio alla possibilità di forti temporali sul centro-nord), e di natura occidentale…

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Pierangelo Perelli

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