La fase moderatamente fredda in corso non è certo tale da disegnare un vero e proprio afflusso freddo. Ma è chiaro che una disposizione meteo, con alta pressione che estende un promontorio sul continente e con una certa risposta da est alle basse latitudini, non può non produrre un clima di matrice continentale, appunto. Ma, come detto, è poca cosa; ed è poca cosa perché il grande freddo non trova sbocco e rimane confinato sull’europa orientale. Sull’europa orientale, infatti, si disegna una saccatura tendente a cut-off che, in termini di polo freddo o di diramazione del vortice polare, è di tutto rispetto. La configurazione generale ed il trend che ci riguardano, però, sono orientati nella direzione di forcing di segno occidentale, tali da fare in modo che lo stesso promontorio anticiclonico finisca per disporsi più a cuneo, si abbassi di latitudine e si estenda verso est o sud-est (vedi frecce rosse rappresentative di come è destinato ad evolvere il profilo dell’anticiclone dinamico). Un preludio, questo, alla possibilità che poi, alla fine e nel lungo termine, dopo una fase moderatamente anticiclonica, torni a farsi sentire l’atlantico. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista ad inizio terza decade, intorno ai giorni 21/22. Ci racconta della presenza, ancora evidente, del promontorio anticiclonico suddetto e del profilo rex-blocking conseguente che colloca un polo freddo ad ampio raggio sull’europa orientale, esteso sino alla penisola balcanica. La simbologia, a sua volta, intende indicare la descritta evoluzione, favorevole alla spinta occidentale…
Pierangelo Perelli

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