Editoriali Slider — 10 Marzo 2023

I segni di primavera sono anche quelli che ci offre la più classica delle situazioni mobili in un contesto che vede, contemporaneamente, un sub-tropicale relativamente alto in latitudine. Quanto consegue, a livello mediterraneo, con questo tipo di configurazione, non può che essere un tempo variabile e di matrice occidentale. In questi casi è presente, proprio in corrispondenza del limite tra basse ed alte pressioni, anche una certa ventilazione e quella tesa ventilazione da ovest che nasce dal relativamente elevato gradiente barico lungo detto confine, proprio a causa della solita ed ormai fisiologica invadenza del sub-tropicale. Le ultime emissioni hanno, tuttavia e del medesimo, scongiurato possibili estensioni positive stabili o di blocco, dando credito, piuttosto, ad una fascia anticiclonica ondulata e, per quanto non così confinata a sud, anche, e come detto, aperta alla possibilità di deboli o moderati transiti perturbati. Nel contempo risulta evidente come detti passaggi perturbati non possano corrispondere, però, a quelle perturbazioni atlantiche che affondano franche e che arrivano da occidente coinvolgendo in pieno il mediterraneo. Per una tale possibilità occorrerebbe un più deciso abbassamento del fronte polare, o il configurarsi di una situazione mobile associata ad onde di maggiore ampiezza ed opportunamente distribuite in latitudine; evenienze queste che non possiamo escludere per il futuro ma che le prospettive attuali che ci offrono i modelli per il medio-lungo termine non disegnano a sufficienza o, meglio, non indicano con sufficiente dose di certezza. Il disegno che illustra la situazione prevista in quota intorno ai giorni 13/14 marzo fornisce l’idea del flusso occidentale moderatamente ondulato sopra descritto, dove si vede la nuova debole onda negativa in procinto di interessare il centro-nord, e dove si vede anche un’onda successiva ulteriore al largo dall’apparenza di un’onda più promettente, ma, nel contempo, dai destini ancora tutti da definire. Tali destini sembrano essere quelli di un profilo generale che mostra segni di meridianizzazione e segni che assegnano a tale depressione il corso di un possibile suo affondo iberico-mediterraneo più consistente delle depressioni che l’hanno preceduta. Tuttavia l’ipotesi di un suo avvicinamento alla nostra penisola o di una sua influenza, che potrebbe inquadrarsi intorno ai giorni 18/19, viaggia di pari passo con la possibilità che detto affondo non maturi oppure che coinvolga longitudini piuttosto ad ovest e tali da regalarci, più o meno temporaneamente, respiri anticiclonici piuttosto che ciclonici. Per cui vedremo…

Pierangelo Perelli

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