Editoriali Slider — 04 Dicembre 2021

Mentre impazza la misera vetrina dei super titoli e dei super articoli sulle possibili future ondate di grande freddo a colpi di nina debole, sul grande artico di questo inizio d’inverno o sul prossimo gelo in arrivo dopo le piogge, io mi limito a scrivere quello che effettivamente sta accadendo e che, probabilmente, accadrà. La medesima vetrina è tale da far impallidire zelig, ma è anche tale da avere, evidentemente, ed è qui che sta il vero grave, tanti seguaci e tanti creduloni. Oltremodo parlare di saccature, come quelle che ci stanno interessando, di matrice artica, mi sembra alquanto eccessivo giacché trattasi di normali sacche atlantiche, più polari che artiche, in grado di produrre un tempo ed un clima assai in sintonia con il periodo, e, a tratti, più autunnale che invernale. L’assaggio di inverno di fine novembre e dell’immediato inizio di dicembre è stato, per i freddisti, una sorta di dolce illusione, subito parzialmente stemperata da un corso assai meno settentrionale e più occidentale, in grado di mantenere condizioni di variabilità e la classica alternanza tra rialzi termici con tempo instabile e diminuzioni termiche con miglioramenti. La sacca di questo week-end seguirà, più o meno, il medesimo destino della precedente, ed in attesa della successiva, inquadrabile intorno a fine decade. Poi, come detto in precedenza, potrebbe maturare, più o meno gradualmente, una chiusura, da verificare nei suoi possibili risvolti ma, per come stanno indicando le ultime emissioni, dal punto di vista di freddo e gelo assai poco apprezzabile. In altre parole sussiste il rischio che la seconda decade, dopo una prima decade variabile e con caratteristiche climatiche a metà tra l’inverno ed il tardo autunno, chiuda le porte delle perturbazioni atlantiche con una espansione iberico-mediterranea del sub-tropicale tutta a favore di, al netto delle gelate notturne da irraggiamento, mitizzazioni. La ricerca, non così complicata, del motivo per cui siti e pagine varie scrivono ciò che non è o scrivono articoli che aprono il sipario su un futuro lontano ricco di scenari da fantasy videogame più che da meteo seria, la lascio a chi legge. Certo che il quadro è davvero sconfortante. Tornando alla tendenza di medio-lungo termine, così poco allettante per i freddisti, si può vedere, nel disegno riferito ad inizio seconda decade, come la saccatura di fine decade tenda a cut-off mediterraneo e come il grande flusso oceanico tenda a salutarci orientandosi, osteggiato dalla espansione sub-tropicale menzionata, da ovest ad est o da sud-ovest a nord-est alle latitudini medio-alte del continente. Naturalmente stiamo trattando una tendenza di medio-lungo che va sempre interpretata come una ipotesi associata ad una certa probabilità e che, da freddista, mi auguro anche che venga abbondantemente rivista…

Pierangelo Perelli

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