Editoriali — 16 Aprile 2016

16-04-2016 – Salve a tutti, modelli che diventano giorno per giorno più interessanti, giungendo a inquadrare una fase meteorologica a scala emisferica tra le più significative che ci siano viste da molti mesi. In effetti, l’inverno è stato avaro di eventi di rilievo, ma le attuali carte evidenziano quello che può essere tranquillamente definito un terremoto troposferico, solo in parte derivante dal naturale decorso stagionale, quanto piuttosto amplificato notevolmente dagli eventi stratosferici del mese di Marzo, con un final warming molto anticipato (early, prima metà di Marzo) ai limiti di un major warming invernale.

Nel frattempo comunque, temperature generalmente sopramedia ovunque, sebbene su parte del nord non faccia molto caldo (ad eccezione della Romagna, fig.1).

fig.1

EUMETSAT_MSG_RGB-naturalcolor-centralEurope (11)

 

Almeno per i prossimi giorni, il flusso caldo di origine subtropicale, attualmente in prevalenza marittimo, continuerà ad interessare le nostre regioni e anzi, diventerà gradualmente a maggior contributo continentale, dall’entroterra sahariano, spingendosi più a nord, mantenendo però i  maggiori effetti a sud (ved. editoriale).

Ma, come accennato, una brusca inversione di tendenza sembra essere molto probabile a partire proprio dal ponte del 25 Aprile. Un possente blocco atlantico sembra ormai di probabile formazione negli ultimi giorni della prossima settimana, correlato a un marcato indebolimento del VP stesso, in particolare del lobo canadese (fig.2).

fig.2

gfsnh-0-216

 

Una saccatura meridiana a chiara alimentazione artica nel Mediterraneo sarebbe la conseguenza più probabile con la configurazione mostrata in fig.2, con una vera bilobazione del VP, come non si era ancora vista quest’inverno. Piogge, temporali e un vistoso abbassamento delle temperature su tutta Italia sarebbero le conseguenze più probabile in tale contesto.

Lo stravolgimento barico del VP sembrerebbe essere duraturo in questo caso, con addirittura l’affermazione di un robusto anticiclone polare a fine mese e l’innesco di un moto antiorario dei nuclei di vorticità nel comparto euroasiatico (fig.3).

fig.3

gfsnh-0-384 (3)

 

La fig.3 sembra in effetti essere la diretta conseguenza di MW, con moto antizonale del flusso portante alle medie latitudini, almeno nel nostro settore di emisfero. Un po’ tardi direte voi; in effetti è così, ma verificheremo ugualmente quale potranno essere le reali conseguenze delle dinamiche mostrate.

Sembra, comunque, che qualcosa stia cambiando nella circolazione generale nel comparto euroatlantico; il “blob” freddo (SSTA negative), di cui si è tanto parlato durante l’inverno e che ha sostanzialmente sfavorito le saccature fredde nel settore mediterraneo, dirottandole a ovest, di concerto con la fase positiva della PDO, sta traslando, ampliandosi nel contempo, verso est, interessando le coste della penisola iberica con possibili ripercussioni nella collocazione dei cavi d’onda atlantici (fig.4).

fig.4

sst_anom

 

 

Si tratta di un argomento comunque più complesso, su cui ancora va fatta chiarezza, ne riparleremo, quello che conta è che, secondo i modelli attuali, ci sono tutte le premesse per un deciso cambio di rotta nella collocazione delle principali figure bariche nel comparto europeo, con l’avvento di saccature fredde a chiara matrice artica nella terza decade di Aprile, vedremo il seguito.

 

 

Ciao ciao

Ilario Larosa (meteogeo)

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