Editoriali — 12 Dicembre 2014

Inverno, se ci sei batti un colpo!

Fosse così facile chiamarlo. Per andare oltre i soliti stereotipi che vedono nei semplici (ma poco efficaci sul lungo termine) modelli deterministici una improbabile soluzione, e per superare il blocco psicologico di chi già l’inverno per spacciato prima che cominci, bisogna salire in alto.

No, non così in Alto! A noi basta andare a spiare quello che sta accadendo nella stratosfera. Qualcuno storcerà il naso, pensando che siamo alla ricerca di eventuali eventi stratosferici estremi. Negativo: approdiamo a questa nuova dimensione essenzialmente perchè lassù la circolazione atmosferica èdominata da una assoluta stabilità. Stabilità che si ripercuote sui relativi modelli e che ci permette dunque, di allungare un po’ gli orizzonti e la nostra gittata prognostica.

Ebbene, cosa è emerso da questa analisi d’alta quota?

In primo luogo la conferma di una fase di approfondimento del Vortice Polare Strastosferico. Ce lo dicono le velocità zonali (venti che che soffiano da ovest lungo tutto l’emisfero), ce lo dice il calo delle temperature stratosferiche polari, ce lo dice la mancanza di convinzione delle due onde planetarie guida, ossia l’alta pressione delle Aleutine e l’alta pressione dell’Atlantico, entrambe ferme a meditare sul da farsi.

Questa “meditazione trascendentale” sembra sfociare in una prima mossa poco prima di Natale (vedi mappa), allorquando un modesto flusso di calore riuscirà a smuovere l’alta pressione delle Aleutine, la quale cercherà spazio strattonando il Vortice Polare Stratosferico, ancora tutto d’un pezzo.

Il “mostro” infatti, non darà segnali di cedimento e si limiterà aricollocare il suo asse un po’ più verso il comparto euro-asiatico. Cosa comporterà per noi questa manovra? Al momento essenzialmente nulla, dato che la bassa permeabilità della tropopausa, il limite che separa di fatto le vicende delle basse quote da quelle stratosferiche, non permetterà il passaggio di forzanti, così come ci indicano i campi della vorticità potanziale alle quote opportune.


poloIn un secondo momento però
, e qui andiamo sulle congetture (che comunque sono basate sull’andamento previsto di alcuni importanti indici descrittivi), il grande trottolone gelido potrebbe subire una tirata per i capelli da parte dei venti stratosferici tropicali, pronti a ruotare dai quadranti orientali (rotazione già in atto ad alcune quote).

Tale manovra, anche pe via del rimaneggiamento dei flussi di ozono, potrà conferire alla tropopausa quella permeabilità che prima mancava, permettendo dunque un maggior dialogo con le quote inferiori, dove le due onde anticicloniche sopra citate, avranno un’occasione d’oro per dire la loro.

Per concludere: anche con l’analisi delle vicende stratosferiche non si notano sconvolgimenti nel tempo di casa nostra a breve termine. Si conferma invece la propensione ad un inverno più “cattivo” a partire da metà gennaio. Detto questo, come avrete certamente capito, non siamo propensi ad ingenerare false aspettative di fantasmagorici eventi estremi che, ad oggi, hanno la probabilità statstica pari all’1% di verificarsi, ma intendiamo con questo articolo farvi comprendere, cari lettori, che l’inverno deve ancora cominciare e che quest’anno, sarà senz’altro capace di dire la sua.

Luca Angelini

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