Editoriali — 27 Novembre 2016

27-11-2016 – Salve a tutti, appuntamento serale con l’analisi modelli irrinunciabile (si spera) per molti; c’è molto da dire anche stasera, nonostante il comprensibile scoramento di alcuni meteo appassionati, ma la stagione avanza e le premesse per evoluzioni molto interessanti e fredde ci sono tutte e si inizia subito………………..

Immagine satellitare dinamica già molto eloquente infatti, si vede bene l’impulso freddo, a geometria arcuata, spinto da correnti artiche piuttosto intense, che scende dall’Europa centrale, diretto principalmente verso i Balcani, pronto già a impattare sulle Alpi orientali (fig.1).

fig.1

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Per quanto fugace appaia al momento la colata artica in esame, tra lunedì sera e mercoledì mattina su gran parte delle nostre regioni, ma in particolare quelle adriatiche, transiterà un’autentica bordata gelida, con temperature che, nella giornata di martedì, si attesteranno intorno i -8° C a 850 hPa (1500 m) in alcune aree appenniniche centrali, con rovesci nevosi che potranno raggiungere quote molto basse, fino a 200-300 m nelle colline marchigiane e, forse, abruzzesi (fig.2).

fig.2

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A questo, punto, dopo un rapido miglioramento nella giornata di mercoledì (ancora fredda), il mese di Dicembre di aprirà con una evoluzione molto incerta nel comparto europeo. Il leit motiv meteorologico sarà rappresentato dalla contrapposizione di due importanti figure bariche, rappresentate dall’anticiclone delle Azzorre, in slancio verso il nordatlantico e dalla grande saccatura artica,costantemente presente nell’Europa orientale (fig.3).

fig.3

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In fig.3 è visibile una situazione dalle grandi potenzialità per il  Mediterraneo centrale, con un lobo gelido in quota del VP che può facilmente giungere più a sud e generare una massiccia irruzione artica nelle nostre regioni. 

Nella visione odierna dei modelli tale scambio meridiano non avviene e la wave 2 troposferica viene inibita dall’invadenza della depressione atlantica legata al lobo canadese.

Come mai accade ciò??

A giudizio dello scrivente e delle sue (limitate) conoscenze possono incidere due fattori:

1) Il lobo canadese de Vortice Polare è troppo debole, non riesce a bilanciare la spinta dell’anticiclone delle Azzorre con un nucleo di vorticità sul Labrador e si “spalma” in Atlantico.

2) Nel Pacifico settentrionale la PDO (Pacific Decadal Oscillation) prevede un circolazione ancora tipica della fase positiva, con affondi perturbati dall’estremo oriente russo verso lo stretto di Bering e risalite altpressorie in Alaska (fig.4).

fig.4

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La conseguenza principale è rappresentata da frequenti accenni zonali nel medio Atlantico e da clima  mite e soleggiato nel  Mediterraneo, come raffigurato in fig.2.

Quanto durerà tale fase??

Ebbene, l’assetto generale del VP quest’anno, in particolare la sua potenza, sono diversi dallo scorso anno, con un anticiclone euroasiatico molto potente ed è facile che qualche meccanismo, tra quelli descritti, possa “saltare”. I modelli ancora non riescono a valutare tale incertezza nel long range ed alternano emissioni ricche di irruzioni fredde continentali con corse che vedono un VP alquanto chiuso.

Sembra però che nel lungo termine l’anticiclone delle Azzorre abbia la forza di spingere sempre più a nord in Atlantico, anche grazie a un trasferimento dei nuclei di vorticità verso l’Artico canadese e, in sostanza, grazie al ritorno di un lobo canadese molto forte (risoluzione del punto 2, fig.5).

fig.5

gfsnh-0-336

 

Ecco quindi, che non appena il lobo canadese si rafforza, si forma un blocco in Atlantico, anche grazie soprattutto alla insita debolezza del VP stesso, con le coperta che risulta “troppo corta” e con il grande anticiclone siberiano che si unisce allo slancio della wave 1 in un canale altopressorio.

Il finale della emissione è davvero molto interessante, con un accenno di ponte altopressorio in sede europea e afflusso gelido che può partire dal bassopiano russo verso  il Mediterraneo (fig.6).

fig.6

gfsnh-0-384-2

 

Tale evoluzione è oggi particolarmente supportata dall’assetto stratosferico, che vede in alcune emissioni addirittura una bilobazione a 10 hPa (30 km), successiva all’attuale Canadian Warming (bilobazione che segue una prolungata fase di displacement, fig.7).

fig.7

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Ancora più interessante è quanto previsto nella bassa stratosfera, a 50 hPa (20 km), dove la wave 2, l’onda azzorriana, sembra avere la capacità di elevarsi in Atlantico,con un blocco di notevoli dimensioni e con l’arrivo di freddo e nevicate nel Mediterraneo (fig.9)

fig.9

nh_hgt_50mb_384

 

Insomma, per adesso la speranza (chiamiamola così) è quella di avere un robusto blocco atlantico, probabilmente “coricato” ad asse sudovest-nordest, affiancato da un progressivo afflusso di aria artica continentale verso le nostre regioni, con reali possibilità di nevicate a bassa quota su molte nostre regioni. Si tratta di un’ipotesi ragionevole per la seconda decade di Dicembre, ma attenzione a eventi di minor durata già possibili nella prima decade, i modelli son in evoluzione (fig.10).

fig.10

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Al prossimo aggiornamento.

Ciao ciao

 

Ilario Larosa    (meteogeo)

 

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