Editoriali Slider — 28 Dicembre 2021

Ci sono due modi estremi di trattare o vedere la meteo, entrambi criticabili. Uno è quello del non esperto che aspetta di sapere se nel suo giardino o sul tetto della propria casa pioverà, nevicherà, soffierà del vento, e così via, per poi ammettere se i servizi meteo c’hanno indovinato o meno. L’altro è quello di presunti esperti che con la meteo ci giocano, come fosse un gioco da tavolo o un videogame, a suon di discussioni più o meno patetiche sull’andamento degli indici teleconnettivi, sulla nina, sul nino, su come sarà la stagione in base all’enso, alla nao, alla ao, su cosa promette tra 20 giorni quel modello, ecc. ecc. ed esprimendo personali opinioni da tifosi su qual è la tendenza che prevarrà nel lungo termine, tra un mese, tra due mesi, e così via. Non c’è dubbio che tra i due modi mi fa meno pena il primo, anche se la pretesa di sapere cosa nel dettaglio farà il tempo nel mq ed in un certo orario preciso, nonché il parlare di meteo come fosse un indovinello, sono certamente criticabili. Sul secondo modo, per carità, lasciamo che quei grandi esperti e teorici continuino a divertirsi in questo modo, giacché ognuno si diverta come può, ma stendiamo anche un velo pietoso. Ovviamente non sto criticando e giudicando la discussione meteo più o meno tecnica. Tutt’altro. La medesima ben venga. Ma ben venga nei termini corretti e razionali, ragionati. La meteo è una scienza probabilistica, fatta di una analisi continua che si basa su milioni di calcoli e di valutazioni, in continuo, e che va guardata per quello che offre in continuo, e pur nelle inevitabili differenze tra i vari modelli di calcolo. C’è poi, in relazione a come molti la meteo la interpretano assai scorrettamente, che mi ritrovo a dover controbattere persone che mi commentano e che lo fanno considerandomi un previsore ed assumendo che quanto scrivo oggi guardando cosa i modelli dicono valga come una previsione successivamente contestabile se 5 giorni dopo le cose hanno preso una piega diversa rispetto alle ipotesi indicate. Purtroppo, però, non faccio previsioni giacché non sono un meteorologo professionista che lavora nei centri di calcolo con strumenti a disposizione. Per avere le previsioni è pieno il mondo di servizi seri come l’aeronautica militare, il centro epson, il sottocorona del caso e così via, e che comunque non tirano ad indovinare, ma raccontano cosa dicono i calcoli. Ed anche il sottoscritto, in qualità di semplice appassionato e non certo di meteorologo previsore, altro non fa che raccontare e commentare quanto dicono le carte ed i calcoli del momento, inserendo certamente punti di discussione sempre ben accetti, purché razionali, seri, e lontani il più possibile dal videogame e dalle scommesse che invadono, scorrettamente e stupidamente, il territorio dei climatologi. E per favore, lasciamo ai climatologi la discussione approfondita e credibile su enso, ao, nao, nina, nino, pna, ssta, qbo, e via discorrendo, onde evitare il ridicolo. Ho detto che con la meteo siamo nell’ambito delle probabilità e che i modelli possono, inevitabilmente, proporre profili ed evoluzioni diverse. Ebbene, ci sta ed è fisiologico. Il disegno confronta la situazione prevista in quota da ECMWF (carta generale con frecce blu) e da GFS (freccia viola) per i giorni 6/7 gennaio. In verità le due situazioni non sono così diverse ed entrambe ben esprimono la tendenza di un anticiclone che tende a rinforzare in oceano, ma non sono neanche identiche e non lo sono in attesa di osservare quanto entrambe proporranno tra alcune ore in seguito a nuovi calcoli…

Pierangelo Perelli

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