Il disegno della situazione prevista in quota intorno ai giorni 22/23 ci racconta di un contesto in cui il flusso oceanico ovest-est continua ad incepparsi e non riesce ad imporsi. L’attuale situazione che vede un profilo ad omega e che procede nella direzione di un energico cut-off anticiclonico scandinavo può, secondo la logica di un antizonale alle alte latitudini, far intravedere riaperture ad occidente con l’instaurarsi di correnti occidentali alle latitudini nostre. Ma un profilo generale e tendenziale che vede un disporsi di ampie oscillazioni tra l’oceano delle coste orientali USA ed il nostro continente, con rimonta anticiclonica verso la groenlandia ed affondo in pieno atlantico, non depone certo a favore dello zonale. In questo modo le promesse oceaniche e zonali di fine decade possono finire per tradursi in un inizio di terza decade, non solo nel segno di un certo flusso atlantico privo di strappi ciclonici degni di tale nome e di breve durata, ma anche nel segno di una successiva progressione nella direzione di rimonte sub-tropicali tra iberia e mediterraneo. Le frecce grandi del disegno intendono proprio rappresentare detta possibilità e la possibilità, per come si può dedurre, che il grande flusso del nord-atlantico finisca per scindersi in due grandi tronconi, ed ovvero quello destinato a caratterizzare una sorta di fuga verso est sull’europa centro-orientale e capace di regalarci, al massimo, deboli infiltrazioni settentrionali, e quello destinato a caratterizzare l’affondo meridiano in pieno atlantico suddetto e sinonimo del costituirsi di un ampio cut-off ciclonico in quella sede. Una evoluzione ed una configurazione queste che, di certo, non pongono il mediterraneo lungo la traiettoria del flusso perturbato atlantico e che, anzi, lo pongono esattamente o quasi, nell’area che guarda a detta scissione od opposizione di fase e che, nella sostanza, tende ad accogliere la struttura anticiclonica di un promontorio iberico-mediterraneo, magari inizialmente foriero ancora di infiltrazioni settentrionali instabili lungo l’adriatico, ma poi, soprattutto a partire da metà decade, foriero e sinonimo di possibili esplosioni primaverili…
Pierangelo Perelli

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