Editoriali — 26 Marzo 2015

Mi dispiace sempre molto quando vedo la disciplina svilita da proclami esagerati sul tempo che farà. Fare un titolo a carattere cubitali è facile e quando succedono davvero delle tragedie o delle situazioni particolari i lettori lo pretendono, perchè il titolone in quel momento significa condividere quell’evento, esserne partecipi fino in fondo, dispiacersene, oltre che svolgere un servizio di pubblica utilità.

Quando il titolo ridondante diventa continuo, martellante, ingiustificato, volto unicamente alla conquista del “clic” facile infastidisce noi ed anche i tanti lettori che ci scrivono, non solo per ringraziarci della nostra moderazione, ma anche per spingerci a continuare su questa strada, a non cadere nell’errore di banalizzare la scienza e ci bacchettano quando questo avviene. E’ giusto!

Dopo oltre 15 anni di militanza su MeteoLive, credo sia giusto far notare cosa si intenda per giornalismo meteorologico, che deve essere inteso come una guida saggia e moderata per chi deve capire che tempo farà, oltre ad un’occasione per approfondire qualcosa di più attraverso brevi approfondimenti didattici.

Personalmente mi basta che il lettore che è entrato su MeteoLive vada via con qualche idea in più sul tempo che lo aspetta, senza aver avuto l’impressione di aver letto qualcosa di troppo estremo e pertanto poco affidabile.

Intendiamoci: siamo noi a primi ad annunciare situazioni di potenziale pericolo quando la nostra coscienza e la nostra esperienza professionale guardando le mappe ci impone di mettere in guardia la popolazione, ma siamo anche quelli che buttiamo acqua quando non è il caso di alimentare un fuoco già fin troppo alto.

Certo, anche noi facciamo previsioni a lungo termine, ma scriviamo sempre in calce che si tratta di proiezioni per soddisfare l’utenza, per coinvolgerla nell’arte del prevedere ed oltretutto l’attendibilità viene sempre fornita, o attraverso le parole o attraverso i numeri.

Anche perchè poi, specie in questo delicatissimo periodo dell’anno, siamo noi i primi a pagare le conseguenze di errori previsionali marchiani, ad essere gettati nel calderone della previsione sbagliata per le festività, ad essere accusati ingiustamente da albergatori ed operatori turistici, da quel turismo che noi siamo i primi a tutelare proprio con questo atteggiamento di moderazione.

Siamo noi poi, come avvenuto anche recententemente, a dover andare presso la Televisione di Stato ad affrontare gli albergatori; di chi ha annunciato quelle previsioni catastrofiche non c’è traccia.

Siamo sempre noi a dover spiegare come siano andate realmente le cose e non sempre chi si occupa di turismo capisce ed accetta, anche se spesso accusare i meteorologi per una scarsa affluenza nella propria località diventa soluzione di comodo per nascondere altre problematiche, che qui non voglio e non posso sviluppare.

La cosa che vorremmo fosse evitata è l’abuso fastidioso di termini quali: mega uragano, mega ciclone, tempesta incredibile, super alluvione, devastazione folle, tutti termini che andrebbero bene per spiegare al massimo un gol di un grande campione del calcio, ma non per affrontare il tempo nel Mediterraneo, perlomeno non un giorno si e l’altro pure.

La riflessione è aperta, chi ha orecchie per intendere intenda…

Autore : Alessio Grosso

Fonte: Meteolive.it__069716___ventaccio

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