Editoriali — 21 Giugno 2013

Cosa precisamente non ha funzionato nel passaggio frontale di giovedì 20?

Il motivo che ha portato alla mancanza pressochè totale dei forti temporali previsti, è da ricercare nella concausa di molteplici fattori:

– le tempistiche di ingresso dell’aria fredda.

– il mancato surriscaldamento dei suoli.

– la presenza di una forte inversione di aria calda a media quota.

Per quanto riguarda la regione Piemonte, l’ingresso freddo è avvenuto solo dalla serata ma a quel punto l’orario era divenuto troppo tardo. La mancanza dei temporali trova inoltre spiegazione nel mancato irraggiamento solare durante la giornata, irraggiamento solare che è stato impedito dalla presenza di nuvolosità.

Una situazione apparentemente simile è stata vissuta anche nei settori nord-orientali della penisola. Sull’Emilia Romagna, le Venezie ed il Veneto era prevista durante il pomeriggio la formazione di una marcata convergenza tra aria secca proveniente da sud-ovest e aria decisamente più umida in risalita dal mar Adriatico. Questo tipo di convergenze se opportunamente sollecitate, sono in grado di innescare episodi temporaleschi di grande intensità, tuttavia la convezione è stata stoppata dalla presenza di una forte inversione termica presente in quota.

Su questi settori la presenza di aria molto calda negli alti strati atmosferici, è stata associata addirittura all’anticiclone. Non si è quindi trattato di aria calda in contesto depressionario, il cielo è rimasto sereno tutto il giorno e la temperatura, complice il riscaldamento solare, è riuscita a salire sin verso i 34 gradi.

In questo caso ad impedire l’innesco dei temporali non è stata la mancanza del riscaldamento operato dal sole, bensì un fortissimo “tappo” di aria calda portato dalla persistenza dell’anticiclone. Il riscaldamento del suolo ha tentato di “rompere” questo tappo d’aria calda innescando qualche temporale ma questi tentativi nelle aree pianeggianti si sono tradotte in un nulla di fatto. Gli unici cumulonembi sono riusciti a formarsi nelle aree alpine e prealpine tra Lombardia e Veneto, sfruttando l’azione di sollevamento forzato indotta dalla presenza del rilievo montuoso.

Autore : William
Fonte: Leonardo.it__055876___img4

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