Ambiente, territorio & dissesti — 05 Gennaio 2016

Grandi sforzi sono stati fatti nel corso degli anni per rendere le nostre città meno inquinate. In particolare, molta attenzione è stata data al settore del trasporto su strada, con l’introduzione di norme sempre più restrittive per quanto riguarda le emissioni da parte dei motori a scoppio. Osservando la linea blu (figura  n.1 in alto). si può dedurre che effettivamente le emissioni di PM2,5 derivanti dal trasporto su strada sono calate in vent’anni di quasi il 60%.

Sempre in figura 1  (linea rossa) si osserva che dal 2003 mentre calavano le emissioni delle auto, aumentavano di pari passo quelle prodotte dal settore residenziale. Al netto, sono stati completamente vanificati vent’anni di politiche UE e italiane per ridurre l’inquinamento.

 

pm10bMa cos’è successo nel settore residenziale a partire dal 2003 per contribuire così tanto all’emissione di polveri fini?

Per rispondere, c’è bisogno di scavare più a fondo nei dati raccolti dall’ISPRA. I risultati di questo lavoro sono riportati in figura 2 (a fianco) e figura 3 (sotto), e si spiegano praticamente da soli. Analizzando le emissioni totali prodotte dall’utilizzo di vari combustibili, si nota che queste ultime salgono di pari passo al consumo di pellet, bruciati nelle stufe e nei caminetti.
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Mentre il pellet viene prodotto da una filiera che ne garantisce la tracciabilità fiscale, per la legna la quantificazione dei consumi è molto più difficile, in quanto c’è una quota importante di autoconsumo ( e(probabilmente anche una non trascurabile di evasione dell’IVA), e quindi i dati complessivi potrebbero essere anche peggiori.

Questo ha dato luogo nel 2014 ad uno studio ISTAT per stimare meglio i consumi di biomasse in Italia. Da un anno all’altro si è così scoperto che i consumi di biomassa in Italia sono praticamente il doppio purchase discount medication! purchase zoloft canada. fastest shipping, zoloft lowest price. di quanto precedentemente ritenuto: Ecco spiegato per il 2013 il picco dei consumi che si vede in figura 2 e si ritrova amplificato come emissioni PM2,5 nella figura 3.

Traffico scagionato dunque e i dati della qualità dell’aria, dopo i recenti blocchi infruttuosi attuati in vari comuni d’Italia, ne sono la dimostrazione. Ma l’automobilista rimane sempre e comunque un limone da spremere fino all’ultima goccia….

 

 

 

 

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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