Climatologia — 14 Agosto 2015

Tanto tuonò che piovve, naturalmente a Ferragosto. Dopo tre quarti dell’estate trascorsi su una lunga cresta d’onda anomala, ora caso vuole che la stagione decida di rientrare nei ranghi proprio nel weekend più amato dai vacanzieri. Estate anomala fino a qui vero, tanto da ispirare da più parti figure retoriche come quella del caldo eccezionale. Beh, alla sesta ondata di caldo estiva, con un totale di 65 giorni di temperature generosamente al di sopra della media su 75 totali, questo caldo non può più dirsi “l’eccezione” ma più logicamente “la nuova regola“.

E per sottolineare che il soppesare le parole quando si tratta un argomento rimane sempre e comunque la condotta corretta da tenere, basta leggere e sentire quanto si va dicendo di questa rinfrescata di Ferragosto: quella che ai tempi d’oro dell’anticiclone delle Azzorre era la tipica “burrasca di Ferragosto”, oggi è: “fine dell’estate”, “crisi dell’estate”, “stagione al capolinea”. Son tutti termini figli di un eccezione ormai assimilata e digerita, son modi di pensare che dimostrano la perdita del senso della misura. L’estate è stata anomala fino ad oggi, non lo diventerà da Ferragosto. Da Ferragosto l’estate climatica diventerà finalmente “normale“.

Anzi, per dirla tutta, l’estate diventerà normale per probabilmente per una decina di giorni solo per le regioni del centro-nord, mentre per il sud, la terza decade potrebbe vedere rialzare nuovamente le temperature qualche grado al di sopra della media. Quasi un tentativo di pareggio se si pensa che dall’inizio dell’estate, in fatto di caldo anomalo, il nord al momento è ancora in vantaggio di due ondate di calore su sei rispetto agli amici del sud.

Ma prima di tutto, cari amici e lettori, l’importante è che ci rendiamo tutti conto che l’estate climatica non sta finendo. Si smorzano gli eccessi, aumenta la frequenza dei temporali, calano le ore di luce ma la sostanza poco cambia: le temperature dopo il break di Ferragosto torneranno a danzare al limite delle medie, spesso tornandoci sopra, facendoci senz’altro intendere che alla nostra “amata” stagione, d’ora in avanti rimarranno ancora sei vite da spendere.

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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