Editoriali — 05 Aprile 2015

L’impatto delle maggiori eruzioni vulcaniche sul clima va ben oltre il raffreddamento della Terra causato nei due-tre anni successivi dalle piccole particelle rilasciate nell’atmosfera, che ‘schermano’ il pianeta riflettendo i raggi solari. Secondo uno studio condotto da CNRS, IRD, CEA e Météo-France, e pubblicato su Nature Communications, le eruzioni possono alterare per oltre 20 anni la circolazione oceanica nel nord dell’Atlantico, che influenza il clima in Europa. Secondo i ricercatori, il raffreddamento del pianeta causato dai vulcani innesca a sua volta una riorganizzazione nella circolazione oceanica nel nord dell’Atlantico. Gli studiosi hanno notato che questa accelera 15 anni dopo l’eruzione, rallenta dopo 25 anni e poi aumenta di nuovo 35 anni dopo l’eruzione. Per i ricercatori, le eruzioni sembrano quindi causare variabilità nella corrente nord atlantica per un periodo di 25 anni. Questo stesso andamento è stato riscontrato anche nei millenni passati: usando i dati estratti dai fossili e simulazioni climatiche, gli studiosi hanno sistematicamente notato accelerazioni della circolazione 15 anni dopo le cinque maggiori eruzioni vulcaniche avvenute nei millenni scorsi. Nello studio i ricercatori hanno analizzato anche le ultime eruzioni più importanti, quelle del vulcano Agung (Indonesia) nel 1963, El Chicon (Messico) nel 1982 e Pinatubo (Filippine) nel 1991, spiegando così per la prima volta la recente variabilità della corrente nord-atlantica.

Fonte: Ansa.itVulcani: su Stromboli si apre nuova bocca e cola lava

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