Editoriali — 23 Gennaio 2015

Ricorderete i recenti articoli che hanno documentato il 2014 quale anno più caldo dall’inizio delle rilevazioni. Ebbene, a dimostrazione del fatto che clima e tempo spesso vanno in antitesi, vi proponiamo una interessante e approfondita analisi condotta da un gruppo di lavoro dell’ArCIS, l’Archivio climatologico dell’Italia centro-settentrionale, in collaborazione con i Servizi meteorologici regionali del Centro-Nord Italia. i cui dati sono stati pubblicati tramite l’ARPA Emilia Romagna.

I dati parlano chiaro: un assaggio di vera estate nella seconda settimana di giugno, piogge copiose a luglio, quasi autunnali e frequenti ad agosto con temperature al di sotto della norma. Più stagioni riunite in una sola, questo ci ha riservato l’estate 2014.

figura2Focalizzandosi sulle medie trimestrali, si scopre che nell’estate appena trascorsa le precipitazioni cumulate sono state ben al di sopra della norma 1961-´90, con picchi fino a 4 volte il clima di riferimento.

LE PREMESSE SINOTTICHE: La mappa di anomalia dell’altezza media del geopotenziale a 500 hPa, rispetto al clima 1961 durante la stagione estiva (fig. 1), mostra chiaramente un nucleo positivo sulla Scandinavia, in gran parte ascrivibile alle condizioni sinottiche osservate nel mese di luglio, che ha caratterizzato la circolazione globale a larga scala. In questa configurazione i sistemi umidi atlantici in moto da ovest verso est si sono diretti principalmente verso l’Europa meridionale e il Mediterraneo, determinando precipitazioni abbondanti nel mese di luglio e agosto, accompagnate da temperature ben al di sotto della norma climatica e da scarso irraggiamento.

Ad agosto, l’anomalia positiva del campo di geopotenziale a 500hPa scompare, tuttavia la circolazione
globale sullo scenario europeo è caratterizzata da una vasta e persistente area depressionaria centrata
sulle isole Britanniche che, di fatto inibisce l’espansione dell’anticiclone delle Azzorre o l’afflusso verso
africana, condizioni tipiche dell’estate nel Mediterraneo. Ne è scaturito un quadro caratterizzato da temperature medie sotto la norma climatica e molta instabilità atmosferica su tutta l’Italia centro settentrionale.

figura3

LE CONSEGUENZE SUL TEMPO: La figura n.2 presenta la mappa delle precipitazioni cumulate trimestrali estive. I massimi di piovosità sono stati raggiunti sulla fascia pedemontana alpina centro-orientale. In particolare, i picchi più significativi sono stati registrati in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia, dove la precipitazione cumulata nei tre mesi estivi in ampie aree ha superato i 900 mm complessivi, con picchi di 1163.4 mm a Rota d’Imagna (Lombardia) e di 1067.2 mm a Chievolis (Friuli Venezia Giulia).

Le temperature registrate, al contrario, sono state in linea con il clima 1961-´90, ma solo grazie al contributo termico del mese di giugno, l’unico in cui l’anticiclone delle Azzorre e quello Africano si sono estesi con costanza sull’Europa centro-occidentale, interessando il bacino del Mediterraneo e causando un episodio diondata di calore tra l’8 e il 12 giugno. E’ proprio la quasi totale assenza di questo fenomeno a rendere il 2014 diverso dagli ultimi 15 anni, caratterizzati da ripetuti e spesso lunghi periodi di caldo intenso.

Il grafico a fianco riportato nella figura n.3 presenta la serie dei valori di anomalia temperatura media estiva mediata (rispetto al clima 1961-’90) su tutto il Nord Italia dal 1961 al 2014. I dati storici sono stati alimentati con le serie di temperature massime e minime giornaliere pubblicate nella Parte Prima degli Annali Idrologici dal 1961 al 2010, mentre i dati dal 2011 al 2014 sono stati ottenuti a partire dalle temperature osservate presso le stazioni di monitoraggio meteo-climatico diffuse dai Centri Funzionali in tempo reale. Il valore relativo all’estate 2014 èchiaramente in linea con i valori climatici di riferimento scelti.

ArCIS, adattamento Luca Angelini

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