Climatologia — 10 Ottobre 2015

Sardegna, Costa Azzurra, poi Algeria, Tunisia e ora la Sicilia. La piaga delle alluvioni lampo non conosce confini, ma ci siamo mai chiesti cosa sia davvero una alluvione, quale sia quella soglia oltre la quale la natura diventa ostile e nemica dell’uomo?

Nella classificazione degli eventi meteorici violenti, sul gradino più basso della scala delle pericolosità c’è anzitutto il nubifragio. Si tratta di un evento che si accompagna a piogge temporalesche di intensità mediamente elevata, dell’ordine di 40-50 millimetri d’acqua nell’arco di 1 ora e su una superficie di circa 10 chilometri. Solitamente non comporta dissesto al territorio, limitandosi a locali allagamenti.

Ora, prendiamo i nostri 40 millimetri di pioggia orari, dividiamoli per due (20 millimetri), e supponiamo che cadano con questa intensità (intensità media), ma ininterrottamente per più di 48 ore: fanno la bellezza di 960 millimetri, che equivalgono a 960 litri per ogni metro quadrato di superficie. L’evento prende il nome di alluvione. La grande quantità di acqua può provocare anche gravi dissesti al territorio, tuttavia la sua lunga durata, concede tempo sufficiente affinchè l’allertamento diramato dalle Autorità competenti (Protezione Civile) possa andare a buon fine e salvare vite umane.

L’evento più pericoloso in assoluto nella scala dei fenomeni violenti è senza dubbio l’alluvione lampo. L’intensità della pioggia è intensa, superiore ai nostri 50 millimetri orari del primo esempio e la durata dell’evento è breve, dell’ordine di qualche ora. Va da sè che si tratti dell’evento estremo certamente più pericoloso, sia per la violenza stessa dei fenomeni associati, sia perche non concede tempo sufficiente per allertare la popolazione interessata, sia perchè la sua previsione dal punto di vista meteorologico è quasi impossibile.

La statistica climatologica degli ultimi anni ha individuato un aumento di frequenza proprio di quest’ultimo evento estremo, un dato che dovrebbe far seriamente riflettere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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