Disastri d'Italia — 10 Giugno 2016

Ora non illudiamoci troppo l’estate rimane un sogno La vasta area di alta pressione che si era formata alcuni giorni or sono sull’Europa centrale e sull’Italia in seguito ad un distacco da quel sistema principale costituito dall’anticiclone delle Azzorre e che in tanti suscitò l’idea di un definito ingresso dell’estate, ha avuto in realtà vita effimera e non poteva essere altrimenti, considerato che alle quote superiori quell’area di «alta» era fiancheggiata da due vortici freddi, risultato di più complesse vicende connesse alla instabilità nella circolazione atmosferica in grande. L’aumento della nuvolosità manifestatasi, sin da ieri mattina sulle regioni centrali e sulla Sardegna più che sulle regioni settentrionali, era la riprova di una penetrazione piuttosto rapida del vortice freddo dei Pirenei verso il bacino occidentale del Mediterraneo. La vita di un vortice del genere si conclude quasi sempre con una irruzione di aria fredda anche al livello del maro. Le acque profonde del Mediterraneo infatti hanno temperature che oscillano fra i 10 e i 13 gradi centigradi, mentre quelle profonde dell’Atlantico hanno temperature assai più basse, comprese fra 0 e 10 gradi centigradi; come dire che il Mediterraneo somiglia ad una grande piscina dotata di un efficiente impianto di riscaldamento seni pre in funzione. Se il Mediterraneo possiede dunque acque tanto «proprie», possiede anche cieli «propri); il cosiddetto cielo da instabilità è tipico delle nostre regioni e non trova raffronti in altri Paesi. L’irruzione fredda si manifesta attraverso annuvolamenti cumuliformi, a più livelli, accompagnata poi da temporali, più frequenti di notte sul mare e di giorno sulla terraferma; tutto ciò avviene in quanto il riscaldamento delle masse d’aria fredde dal basso contribuisce in misura sensibile al sollevamento dell’aria già in atto a causa del moto ciclonico che anima in genere questi afflussi freddi. Ovviamente i temporali saranno di maggiore intensità quanto più calda e umida è l’aria preesistente all’irruzione stessa. A guardare bene nelle carte del servizio meteorologico dell’Aeronautica, soprattutto in quelle delle quote superiori ci sembra di notare che entro 24 ore ai temporali sparsi sull’Italia, già in atto sin da ieri sera, possa seguire qualche tempesta di vento sull’Adriatico che di solito in circostanze quasi analoghe si prepara al di là dell’arco alpino e poi giunge inaspettata persino ai più «navigati» pescatori. A quanti c: chiedono se tutti questi avvenimenti siano da considerarsi normali in questa stagione, rispondiamo che lo sono, a condizione però che non si ripetano con troppa frequen¬ za e che si alternino con la formazione di «cellule» secondarie di alta pressione provenienti dall’anticiclone delle Azzorre. Qualcosa insomma che faccia pensare più ad un predominio dell’alta delle Azzorre che non ad azioni di disturbo originate dal vortice polare. Andrea Baroni

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