Editoriali Slider — 27 Agosto 2017

La fase calda legata al cut-off iberico e alla rimonta del promontorio africano in piena area mediterranea, motivo di un prolungamento dell’estate più accesa, la quale non si conforma alla norma del periodo ma che, neanche, rappresenta un evento eccezionale, subirà una leggera e temporanea pressione da nord e da est volta a ridurre i suoi massimi nel corso dei primi giorni della settimana. Successivamente, intorno al week-end, subirà un attacco ben più consistente da parte delle depressioni atlantiche. Intanto tra oggi e domani possiamo considerarla al suo apice con temperature massime che, osservando quanto prevedono e riportano meteoservizi e siti meteo seri, sembrano doversi attestare tra i 28-29 °C e i 35-36 °C. Leggere ed osservare segnalazioni di temperature di 38, 40 o 42 °C non deve fuorviare giacché certi estremi possono anche essere rilevati, ma localmente o, magari, in situazioni non idonee per la rilevazione della temperatura di riferimento (centri urbani, e via dicendo). Della serie: la fase è calda o molto calda, e nessuno lo nega, ma certi sensazionalismi, allarmismi e titoloni, e non mi convinco di una opinione diversa, sono al servizio di vetrina e pubblicità. Si parla anche molto dello scarto termico rispetto alla media del periodo. Di fatto siamo sopra le medie. E allora? La media non è mica la temperatura che per decenni e decenni del passato ha sempre caratterizzato il periodo. Se oggi ho 20 e domani ho 30 dirò che la media dei due giorni è 25. Domani l’altro facciamo conto di avere 28. Bene, dirò che siamo oltre la media di ben 3 gradi. Ma nessun sensazionalismo, perché siamo anche al di sotto del massimo storico di 30. E così via. Venendo alla situazione, che comincia, per fortuna, a promettere prossimi cambiamenti seri, un contesto di spinta del getto sud-ovest/nord-est in direzione delle alte latitudini dell’europa centro-orientale può essere, nel corso dei primi giorni della settimana, in grado di attivare una componente settentrionale sull’europa orientale, una temporanea conseguente moderata erosione da est della nostra alta pressione, e di determinare un minimo di flessione termica, specialmente sui settori orientali (trend rappresentato dalla simbologia blu). Il successivo ripristino a tutto tondo, che è mostrato dal disegno generale corrispondente alla situazione in quota prevista per metà settimana, non è, peraltro e certamente, motivo di piacere, ma questa volta, e finalmente, può anche non essere così inquietante, giacché minacciato da un cambio circolatorio ben più drastico e previsto per il fine settimana. E di fatto la storia del medesimo cambio può essere quella della spinta di una saccatura atlantica destinata ad agganciare il cut-off iberico e a portare una configurazione a componente ciclonica sul nostro centro-nord (trend rappresentato dalla simbologia viola). Da sottolineare, e come sempre è sottinteso, che, da semplice appassionato il mio commento è una analisi di quanto mostrano mappe modellistiche e forecast, non è una previsione (non sono un meteorologo), e non è neanche detto che sia una analisi perfetta. Di sicuro, associata ad un minimo di mia interpretazione, è sempre la fotografia del momento e presenta tutti i limiti che presentano gli stessi forecast, basati su calcoli seri e scientifici ma anche frutto di una revisione continua nel tempo che, poco o tanto, li aggiorna e li modifica…

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Pierangelo Perelli

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