L’inizio di terza decade di ottobre segna l’annunciato ritorno a correnti atlantiche e ad una fisionomia prettamente occidentale. Ne consegue il classico tempo variabile, a tratti perturbato, segnatamente sul centro-nord, dalla connotazione certamente autunnale. Vale la pena considerare il fatto che detta situazione tenderà a persistere, più o meno, fino alla fine del mese, ma con una configurazione progressivamente più nord-occidentale o settentrionale. E’ questo il fatto in cui intravedere una certa evoluzione o un certo cambiamento; un certo cambiamento che non modificherà l’essenza di un tempo variabile ed a tratti perturbato ma con tendenziali diminuzioni termiche e con una instabilità dettata da affondi nord-ovest/sud-est piuttosto che da ovest. Tutto questo potrà, magari ed anche, contraddistinguere una minore incisività delle fasi perturbate sui settori nord-occidentali e maggiore sui settori centrali e nord-orientali, anche se non lo si può dire con certezza. Di fatto situazioni del genere tendono un pò a risultare, per la previsione locale o a mesoscala, piuttosto complicate o difficili. Il disegno indica la situazione generale prevista intorno ai giorni 25/26 e serve ad inquadrare la fase più settentrionale sopra descritta nel pieno della sua maturità e nella quale il supporto della simbologia, o delle frecce da più piccole a più grandi, serve ad indicare l’evoluzione, da oggi a metà decade, che vede il ramo sub-tropicale oceanico tendere ad affermarsi o a progredire verso levante sul nord-atlantico ed a favorire spinte successive islandesi dirette verso il mediterraneo centrale. Una siffatta periodicità di spinte, come detto, può essere quella destinata a mantenere un tempo fresco e variabile, probabilmente sino a circa fine mese, e fino alla possibilità, per come sembra al momento, che proprio l’estremo finale del mese segni la chiusura e l’affermarsi di un bel promontorio…
Pierangelo Perelli






























