Editoriali Slider — 13 Settembre 2020

Ammettere che le azioni atlantiche in grado di apportare un tempo meno estivo o più autunnale sono in difficoltà significa dover ridefinire, almeno in parte, le caratteristiche di un settembre che, giorni fa, appariva molto più in linea con la fisionomia di un mese di transizione. Ma non bisogna, in questa rivisitazione, eccedere. Se la vediamo più in dettaglio, infatti, il sub-tropicale, pur vivo, non presenta affatto caratteristiche di natura propriamente estiva. Quello che sta facendo non è rappresentato da estensioni solide ed omogenee; è invece rappresentato da espansioni anomale sud-nord che, alla longitudine del mediterraneo, lo spingono verso l’europa centro-settentrionale ma che non lo rendono in grado di evitare, ai suoli lati, affondi di un certo rilievo. Inevitabile, come risultato, la persistenza di situazioni climatiche da piena estate in certe aree, compresa, in parte, la nostra penisola, ma anche la sussistenza di minacce, sia ad ovest che ad est, tali da disegnare uno scacchiere barico continentale generale non così estivo. D’altra parte, se il sub-tropicale, ramo afro-mediterraneo, inopinatamente si mette a fare quello che non ha fatto, per fortuna, per quasi tutta l’estate, ecco che i pur vistosi affondi oceanici tendono a consumare energia in vorticità ed in meridiana e, pertanto, a stazionare a largo in forma di cut-off o di estese aree cicloniche chiuse. Ed una dinamica del genere risulta persino tale da dare visibilità ed un certo vigore alle azioni continentali o settentrionali che, quasi in veste retrograda, approfittano della suddetta espansione anticiclonica sulla parte centro-settentrionale del continente, per guadagnare spazio verso più basse latitudini, sin sulla penisola balcanica ed a lambire, da oriente, il mediterraneo. Tale dinamica è indicata, con le frecce rosse e blu più piccole, nel disegno che mostra la situazione prevista in quota ed al suolo per giovedi/venerdi prossimi. Si nota l’affermazione anticiclonica sin sull’europa dei mari tra scandinavia ed isole britanniche e si notano il vortice iberico che non riesce a sfondare verso est e l’erosione a levante in grado, probabilmente, di creare una certa instabilità atmosferica su adriatico e centro-sud. Il tempo richiesto affinché l’atlantico possa sbloccare detta situazione non è ancora dato di saperlo con certezza. In prospettiva, comunque, si notano una certa risalita della depressione iberica (freccia nera) che, così, può lambire il nostro nord-ovest e, in un tempo più o meno lungo, un suo aggancio (freccia grande) da parte di un flusso atlantico apparentemente e finalmente meno condizionato dal sub-tropicale mediterraneo…

Pierangelo Perelli

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