Editoriali — 03 Luglio 2015

Il grande caldo della prima decade di luglio, prima identificato come legato ad una onda di calore a sviluppo meridiano sull’europa occidentale e poi, progressivamente, identificato come un’onda in lento spostamento verso levante, è salito, alla fine, in cattedra anche per la nostra penisola, e per il nostro centro-nord in particolare. L’onda colorata di rossi forti nel disegno delinea proprio la situazione in atto, con la lingua africana che estende i suoi valori barici più intensi da gibilterra all’italia settentrionale. Il profilo relativo delinea anche, nelle due fasce di colore, livelli di geopotenziale inquadrabili tra 596 e 600, ovvero una pressione di 500 hPa ad altezze comprese tra 5960 e 6000 metri. Un tale blocco, che, comunque, ha subito negli ultimi giorni, e a nostro discapito, una certa azione di spinta zonale da parte del flusso atlantico alle latitudini medie dell’europa, non è facile da scalfire e non potrà che avere una certa durata, ad oggi identificabile nell’arco di una settimana o 10 giorni. Acquistano, infatti, credenziali, le previsioni di un cambio di circolazione in dirittura di fine decade, ben illustrato dal disegno generale (situazione prevista per il giorno 8), dove si nota, ben chiara, la dinamica evolutiva del sub-tropicale, in parziale ritiro verso occidente o sud-ovest (con la isoipsa 596 che, ora estesa sino sull’italia settentrionale, si ritrae finendo per estendersi non oltre gibilterra ed iberia meridionale). Se poi consideriamo, dopo i suddetti significativi progressi del flusso oceanico e per i giorni successivi, persino un rialzo barico in direzione delle isole britanniche (linea blu), possiamo davvero sperare che, per alcuni giorni almeno, l’estate possa godere dei gradevoli favori di una bella e mite corrente nord-occidentale. E ci fermiamo qui, perché alle minacce di un possibile ritorno del sub-tropicale africano a metà mese, non ci voglio pensare…

megaMFlash

 

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Pierangelo Perelli

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