Gli affondi e le latenze sul vicino atlantico fanno da contrappeso dinamico a rimonte africane in sede iberico-mediterranea, tutt’altro che gradite, specie in estate. In primavera le medesime fanno, naturalmente, meno effetto, ma di certo possono sempre, come in passato è successo, scatenate ondate di calore di un certo rilievo anche in aprile o maggio. Questo non è, però, il caso di quella che si sta profilando per la prossima settimana, certamente in grado, soprattutto su isole e tirreno, di produrre una breve fase di tempo stabile da primavera assai matura e con rialzi termici, ma in maniera molto temporanea e moderata. La geografia di tale estensione esclude, infatti, componenti al suolo meridionali, ma esclude, in parte, anche effetti pronunciati di subsidenza. Gli effetti da subsidenza e riscaldamento da compressione, sempre relativi, sono, infatti, da collocare piuttosto a sud-ovest, e, più o meno, tra iberia, baleari ed isole. Il massimo di detta espansione anticiclonica dinamica può maturare nel corso dei primi giorni della settimana, e può, quindi, rapidamente regredire per lasciare il posto ad un cambiamento di configurazione di segno atlantico o nord-atlantico. Nel complesso c’è da mettere anche in conto una azione continentale settentrionale che potrebbe essere in grado, in un contesto in quota sempre e comunque nord-occidentale, di frenare od ostacolare apprezzabili espansioni anticicloniche verso oriente e, in estremo, persino di esercitare azioni infiltrative ed erosive al limite dell’area adriatica. Il disegno delinea, con i colori e le linee bianche isobariche, la situazione prevista in quota ed al suolo nei giorni 6-7, mentre la simbologia sovrapposta vuole segnalare il trend generale esteso dai giorni o dalle ore precedenti e del massimo splendore del promontorio fino al cambiamento possibile di fine decade. Nella situazione prevista nei giorni 6-7 si nota già una fisionomia che contempla moti settentrionali continentali di disturbo con debole minimo sul sud-italia, mentre nella simbologia si possono identificare: la tendenza verso una ridistribuzione del sub-tropicale, che presenta anche sue derivazioni di riscaldamento in quota alle alte latitudini, verso l’atlantico; la tendenza al riassorbimento del vortice latente da parte del contesto oceanico; la tendenza all’innesco di flussi atlantici e settentrionali, tutti da verificare nella loro possibilità di influenzare, con raffrescamenti ed instabilità, il tempo mediterraneo di inizio seconda decade…
Pierangelo Perelli

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