Editoriali Slider — 01 Febbraio 2019

In un fase meteo come quella in corso ed in giornate come quella di oggi il tema del confronto tra pioggia e neve non può non essere dibattuto. MI riferisco soprattutto al nord italia, che, a dispetto di teorie strampalate su evoluzione del clima, cambiamenti climatici (espressione che mi fa orrore), ed il “non sono più le stagioni di una volta” rimane l’area dove le precipitazioni nevose sono più probabili e frequenti. E non solo per una questione di latitudine; anche per una importante questione orografica, giacché, proprio per ragioni orografiche, dopo un afflusso freddo, la conca della pianura padana tarda molto, anche in concomitanza di un flusso meridionale, a riscaldarsi, e tende molto a mantenere il cuscinetto freddo statico che si è formato. Alla fine, però, se il cuscinetto non è alimentato, finisce per mitizzarsi anche il nord, con il risultato che le eventuali precipitazioni nevose da scorrimento di aria umida sul cuscinetto freddo si trasformano in precipitazioni piovose. Fissato il concetto preliminare che sul centro-nord le precipitazioni sono possibili e più probabili se il sistema depressionario arriva da occidente e matura un flusso umido meridionale o sud-occidentale che investe lo stesso centro-nord, possiamo poi discutere su quanto è più o meno probabile che le medesime precipitazioni siano piovose o nevose. Chiaro che nelle situazioni borderline la previsione è assai complicata, specialmente se affrontata dal punto di vista dell’alta risoluzione. Generalizzando è chiaro, però, che le precipitazioni saranno più nevose che piovose o viceversa a seconda della condizione del cuscinetto freddo, del suo spessore, della temperatura più o meno bassa, e della intensità del flusso incipiente umido e mite. Se, per come è illustrato nella figura in alto a sx, il cuscinetto freddo è solo l’eredità statica di un precedente afflusso freddo e non sussiste alcun richiamo freddo che lo alimenta, la rimonta umida che vi scorre sopra può, inizialmente, produrre precipitazioni nevose, ma può anche, alla fine, riscaldarlo gradualmente, sopravanzarlo, e trasformare la neve in pioggia. Ben diversa è la situazione, e per come è illustrato nella figura in basso a dx, in cui sussiste una configurazione che favorisce l’alimentazione del cuscinetto freddo per cui l’aria fredda dei bassi strati si mantiene o, addirittura, abbassa ulteriormente i suoi valori termici. In questo caso la rimonta mite ed umida del sistema depressionario scorre sul cuscinetto freddo e né lo riscalda e né lo sopravanza perché lo stesso sistema ciclonico richiama, nei bassi strati e lungo il suo bordo settentrionale, aria fredda di matrice continentale. Il caso della situazione in corso appartiene di più, ahimé, alla prima situazione, ovvero a quella in cui il sistema depressionario in ingresso da ovest non richiama aria fredda continentale e si presenta, almeno per il momento, senza che sussistano corridoi freddi continentali…continentale e si presenta, almeno per il momento, senza che sussistano corridoi freddi continentali…

Pierangelo Perelli

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