Gli F35 sono cacciabombardieri nucleari. Ognuno avrà in dotazione, da Washington, due bombe atomiche modello b 61 versione 12. Questi strumenti di sterminio del genere umano saranno dislocati in Puglia, ad Amendola e Grottaglie.
Si tratta di ordigni ancora più potenti e dirompenti di quelli già presenti a Ghedi, Aviano, Livorno (Camp Darby) e Sigonella, che rendono l’Italia il primo obiettivo di guerra e rappresaglia in Europa.
Il Trattato di non proliferazione nucleare sancisce l’obbligo per l’Italia – che l’ha ratificato con la legge 131 del 1975 voluta da Aldo Moro – di non ospitare ordigni nucleari e per gli Stati nucleari, di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio; nello specifico, l’articolo 1 recita: «Ciascuno degli Stati militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna inoltre a non assistere, né incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Stato militarmente non nucleare a produrre o altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi o congegni esplosivi».
Secondo quanto attestato dall’Istituto affari internazionali nel documento «Il dibattito sulle armi nucleari tattiche in Italia» nonostante l’esplicito impegno a «creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari», il nuovo Concetto strategico della Nato, adottato a Lisbona il 19 novembre 2010, ribadisce che «fintanto che ci sono armi nucleari nel mondo, la Nato rimarrà una Alleanza nucleare». Ultimo caso di dispiegamento avanzato (forward deployment), cinque paesi dell’Alleanza atlantica – Belgio, Germania, Italia, Olanda e Turchia continuano ad ospitare armi nucleari tattiche (Ant) statunitensi all’interno dei propri confini. Il tipo di arma nucleare a disposizione della Nato attualmente ospitata sul territorio europeo è la bomba B-61, che è comunemente classificata come tattica. Attualmente sono in servizio le versioni B61-3, B61-4 e B61-10, costruite tra il 1979 e il 1989, con varie opzioni di potenza da 0.3 a 170 chilotoni. Le bombe possono essere trasportate dagli aerei statunitensi F-15E e F-16C/D e dagli aerei delle forze europee come gli F-16 belgi, olandesi, turchi e i Tornado italiani e tedeschi. Le bombe sono custodite sotto il controllo americano dagli US Munitions Support Squadrons (Munss).
Come affermato dalla Corte internazionale di giustizia, mantenere una minaccia nucleare nei confronti di altri Paesi è un illecito e per di più le armi nucleari in territorio italiano rappresentano un pericolo per la salute e la vita di chi vive nei pressi di una installazione nucleare militare.
Nel 2013 in una risposta all’interrogazione numero 4/01188, il ministro della difesa pro tempore, Mauro, ha affermato che: «Anche l’Alleanza Atlantica ha aggiornato periodicamente la propria politica di difesa, inclusa la componente nucleare. Il processo di revisione è iniziato nel 2010 a Lisbona e ha portato all’approvazione, nel 2012, della Revisione della difesa e della deterrenza dell’Alleanza Atlantica (Defence and deterrence posture review – Ddpr), la quale delinea il mix ottimale (”appropriate mix”) di forze nucleari, convenzionali e di difesa missilistica necessarie per garantire la sicurezza e la difesa dell’Alleanza e per perseguire gli impegni annunciati nel nuovo concetto strategico relativi alla difesa collettiva, alla gestione delle crisi e alla sicurezza cooperativa. La Defence and deterrence posture review, nel ribadire che finché esisteranno armi nucleari la deterrenza nucleare rappresenterà un elemento indispensabile per la sicurezza dell’Alleanza e dei suoi stati membri». Nella stessa risposta all’interrogazione il Ministro della difesa pro tempore affermava tra l’altro «Con riferimento alla questione della presenza di armi nucleari in Europa, si fa rilevare che l’Alleanza, pur mantenendo un atteggiamento assolutamente trasparente sulla propria strategia nucleare e sulla natura del proprio dispositivo in Europa, non può agire, tuttavia, a discapito della sicurezza di questo dispositivo e della riservatezza che è indispensabile avere in relazione ai siti, la loro dislocazione, i quantitativi e la tipologia di armamento in essi contenuti. Una riservatezza che non può essere violata unilateralmente da un singolo paese dell’Alleanza, perché la deterrenza nucleare è un bene ed un onere collettivo che lega collegialmente tutti i paesi alleati. La tipologia e la qualità delle informazioni rilasciabili sugli armamenti nucleari è quindi una decisione politica collettiva ed unanime degli alleati, cui nessun Paese può sottrarsi, pena la violazione del patto di alleanza liberamente sottoscritto e del vincolo di riservatezza che da esso ne discende.».
riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna Editrice, Bologna, 2014.

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