Editoriali Slider — 31 Dicembre 2018

Da freddista convinto (che non vuol dire essere masochisti ed avere il piacere di stare fuori a -8 °C, in tuta ginnica, per alcune ore, ma significa amare e godere lo spettacolo naturale dei grandi eventi freddi) seguo, naturalmente, il corso dell’inverno, giorno dopo giorno, dal punto di vista dell’osservazione meteo e dei forecast. E seguendo il corso di questi ultimi giorni verifico, nella rete, una discreta fibrillazione intorno al freddino che sta per arrivare. Dico subito che questo, in un mondo di urli e sgomenti perché ha pisciato una mosca, non è che mi meravigli più di tanto. Semplicemente mi fa riflettere. E rifletto sul fatto che molti fanno, si, esami apprezzabili delle situazioni meteo, ma fanno anche dell’appassionato tifo, per come lo si fa per la squadra del cuore. Purtroppo tifo e bandiera con l’oggettività e con la scienza, però non è che vanno molto d’accordo. Ed è così in questo modo che, dopo un dicembre più o meno scialbo, di nebbie anticicloniche e di T sopra media, l’afflusso freddo che sta arrivando tra pochi giorni, diventa una sorta di evento straordinario, e diventa, magari, visto il super stratwarming in atto da tempo, l’inizio di una stagione in stile 1985. Ovvio che non sto, nel modo più assoluto, dicendo che non avremo una stagione simil 1985; magari e vedremo. Sto solamente riflettendo sul fatto che l’afflusso freddo previsto tra i giorni 3 e 6/8 altro non è che, per come lo vedono da giorni i modelli, un semplice afflusso freddo tipico del periodo, si significativo, ma, tra l’altro, maggiormente diretto sui balcani e temporaneo. Da tifoso, meteorologicamente parlando, di artico e di siberia, cerco, quando esamino le mappe, di svestirmi dai panni del tifoso e di esaminare le medesime mappe con obiettività. E non la condivido la fibrillazione di molti, che con spasimo ed ansia, a partire da settembre, esaminano, giorno dopo giorno, forecast stagionali (abbastanza insignificanti), tendenze a lungo termine degli indici, trend in stratosfera, e via dicendo, e che con modi da stato ossessivo-compulsivo, ad ogni piccolo segno favorevole, intravedono possibilità di ondate di freddo future e molto future. Così come non condivido l’esaltazione, oltre misura, di ogni evento freddo. Il disegno mette a confronto la forma, grosso modo, del VP di due situazioni di freddo storiche (febbraio 1956 e gennaio 1985) con quella del 4 gennaio prossimo. Le prime due, riferite a giorni specifici ma simbolo nel contempo, corrispondono a situazioni di grande freddo prolungato con fortissima alterazione del VP, forte blocco ed eventi significativi di ramificazione dello stesso VP con retrogressioni; quella del 4 gennaio prossimo, per il momento, è solo una moderata situazione di pattern wave2, con afflusso freddo artico-continentale, temporaneo e, oltremodo, non certamente da correlare allo stratw in atto da tempo (anche un occhio poco esperto la differenza, in termini di compattezza del VP, la può notare). Ovvio che se da domani, le mappe, mostreranno forecast con grandi afflussi freddi futuri, (magari figli, e perché no?, dello stratw), non dico storici ma, quanto meno, duraturi ed associati ad alterazioni del VP degne di nota, sarò il primo ad esultare. Ad oggi posso solo apprezzare che finalmente arrivi un pò di freddo, ma nulla più…

Pierangelo Perelli

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