Decifrare la tendenza del tempo del medio e lungo termine, espresso dalle mappe di previsione, risulta assai facilitato da un corso senza particolari scossoni ed assai canonico. Dopo una stagione sostanzialmente assente ed anomala il tempo non sembra ancora, infatti, ed almeno per la prossima decina di giorni, in grado di fornire eventi di grande significato. Un certo cambiamento, rispetto al presente ed all’ultima fase, comunque, appare nelle possibilità, e secondo le possibilità del flusso atlantico di matrice polare o polare fredda marittima. Gli afflussi di aria polare fredda marittima costituiscono, peraltro, uno dei movimenti più tipici e frequenti della stagione invernale, in grado di determinare riduzioni termiche e fasi instabili, ma non rappresentano, certamente, i veri afflussi freddi, ascrivibili all’aria artica. L’aria artica, di fatto, continua a rimanere ben confinata nei suoi territori ed associata ad un vortice polare completamente privo di debolezze. Ne consegue che il cambiamento suddetto può essere delineato come una maggiore possibilità di ondulazione del fronte polare e di infiltrazioni atlantiche o del nord atlantico, in grado di produrre un tempo meno mite o più freddo e variabile. Il transito di una moderata onda ciclonica a metà settimana, rapida e destinata a mediterraneo centrale ed orientale (vedi disegno riferito alla situazione prevista in quota tra mercoledì e giovedì), sembra, in tutto e per tutto, rappresentare la prima infiltrazione di una fase con alternanza di momenti più stabili e momenti di moderate irruzioni, più o meno incisive…
Pierangelo Perelli

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