Editoriali Slider — 24 Febbraio 2018

Appurato l’imminente episodio di freddo intenso diventa interessante esaminare le associate possibilità di precipitazioni nevose. L’episodio suddetto, caratterizzante la settimana, viaggia sulle ali di un esteso blocco freddo in moto retrogrado ed estensione del ramo siberiano del vortice polare. Evoluzioni di questo tipo sono la conseguenza dei migliori split del vortice polare, costretto a decompattazioni foriere di ridisegni meridiani estremi, cut-off e retrogressioni. La sacca fredda, attualmente in estensione antizonale verso ovest sull’europa orientale, non mancherà di raggiungere, nell’arco di 48 ore, l’europa centrale ed il mediterraneo settentrionale, evolvendo quindi in un gigantesco cut-off capace di inglobare gran parte del continente. La massa fredda in quota, di correnti di ritorno occidentali o nord-occidentali, e le correnti associate molto fredde da est al suolo, saranno elementi di caratterizzazione di una fase di freddo intenso anche sulla nostra penisola, in primis sul centro-nord, dove, tra lunedi e martedi, il flusso siberiano avrà portato il freddo episodio alle sue termiche estreme. Al momento non sembra che la stessa sacca sia destinata ad impantanarsi in mediterraneo e a produrre ciclogenesi autonoma ma sembra più probabile, in veste di flusso, la sua fuga verso occidente ed il suo richiamo da parte di depressioni in atlantico. Secondo questa evoluzione può essere costretta a salire di latitudine, ed a puntare ad interagire con la depressione in atlantico secondo un meccanismo di aggancio o fasatura associato al determinarsi di una ritornante occidentale o sud-occidentale. Il disegno, che delinea la situazione prevista possibile tra mercoledi e giovedi (situazione in quota, linee bianche descrittive della situazione al suolo, flussi e disposizione ipotetica dei fronti), mostra il profilo di quanto descritto, con la disposizione ad occhiale del blocco freddo e con il suo polo più avanzato in fuga sull’oceano ed in interazione con la depressione. Ed è qua, venendo al discorso delle precipitazioni, che si accendono, pur nel contesto di un trend aperto a rialzi termici ed a riaperture allo zonale, le possibilità di precipitazioni nevose. Riusulta evidente infatti la possibilità dello sviluppo della classica disposizione barica e termica in cui richiami di aria umida e meridionale confluiscono con correnti da est fredde o scorrono sul freddo precedentemente affluito per produrre precipitazioni nevose, segnatamente su tutto il nord anche in pianura ed altrettanto sul centro, qui magari in una fase iniziale e prima di rialzi termici ulteriori. Aggiungo che in questi casi le precipitazioni tendono ad essere nevose tanto più l’evoluzione è rapida, ovvero tanto più la perturbazione atlantica è rapida nel raggiungere il mediterraneo e nel sorprendere lo strato freddo…

 

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Pierangelo Perelli

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