Editoriali Slider — 23 Gennaio 2021

Esaminare le mappe previsionali meteo del lungo termine non è certo peccato ammesso che, appurato che trattasi del frutto di calcoli fisico-matematici dal naturale valore tecnico-scientifico, alle medesime venga assegnato il valore probabilistico, relativamente basso, che, purtroppo, hanno. Sarebbe bello che detto valore fosse alto, ma, al momento, non lo è. Per cui meritano il rispetto che merita tutto ciò che è ricerca e scienza, ma non meritano la considerazione che si assegna a previsioni meteo altamente affidabili. L’esempio delle carte dell’ultimo run è, in tal senso, eloquente. Spesso e volentieri si osserva, come è ovvio che sia, che le stesse mappe dei vari modelli offrono configurazioni simili nel breve/medio termine ma molto meno simili nel lungo termine, risultando tanto meno affidabili quanto più tra loro, in tal senso, dissimili. E se si osserva, esaminando i run 00:00 del 23 gennaio, la situazione prevista in quota a 192 ore da ECMWF e GFS (con il discorso che vale anche per CFS2), si vede che i due modelli presentano le mappe molto simili di una perfetta situazione atlantica, associata alla successione di onde di segno opposto e ad un contesto relativamente mobile. Mentre se si vanno ad osservare le situazioni proposte dalle corrispondenti emissioni a 324 ore mettendo a confronto modelli che offrono questo tipo di esame (nel caso specifico GFS e CFS2) si può notare la notevole differenza che intercorre tra una situazione di significativa irruzione con discesa di polo freddo artico o artico-continentale in mediterraneo settentrionale (GFS) e quella di una configurazione ancora orientata nella direzione del flusso ondulato oceanico (CFS2). E non possono certo essere certe configurazioni da relativo freddo continentale che, nel caso specifico, CFS2 vede ad oltre 400 ore a cambiare i termini della discussione e della tesi esposta. Ecco perché, pur se freddista, non mi esalto mai nel vedere belle situazioni nel lungo termine; ne prendo atto ma le considero sempre situazioni ampiamente da confermare nel futuro e dal basso valore probabilistico. Quello che, ahimé ed invece, risulta affidabile è il contesto, assai poco attraente, che, per come già visto, i forecast attuali offrono per il breve/medio termine, tutti ben conformi al classico disegno della situazione occidentale mobile e non fredda in cui si alternano fasi perturbate e fasi anticicloniche e che rischia di accompagnarci sino almeno ai primi del prossimo mese…

Pierangelo Perelli

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