Editoriali Slider — 23 Dicembre 2020

Diciamo subito che quando si guardano le mappe dei vari modelli del medio-lungo termine e quando tra lo scegliere l’una o l’altra si vanno a scegliere situazioni diverse tra loro significa che regna una assoluta incertezza. Invidio molto chi sa già tutto quello che accade tra 10 o più giorni, ma io su quella che può essere la situazione meteo tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo, al momento, non scommetterei un centesimo. Il che non significa, naturalmente e come sempre, che non possiamo esaminare, valutare ed interpretare. Passata la rapida sferzata fredda di natale/santo stefano, e per come ampiamente detto in precedenza, una consolidata componente canadese/atlantica (vedi linea disegnata dalle frecce piccole), con onda calda assai meridiana in quota ed in pieno oceano, tenderà a pilotare, nel corso dei giorni tra il 27 ed il 29 e con modi sbrigativi, una ampia saccatura, alimentata dall’artico marittimo, sull’europa occidentale o centro-occidentale. Considerata la notevole falla barica ad essa associata la sua struttura vorticosa dovrebbe non mancare di fornire l’europa nord-occidentale di un tempo molto instabile e marcatamente invernale. I modi vorticosi della medesima nonché, di conseguenza, una certa sua stagnazione ne dovrebbero attardare i moti in traslazione, attenuandone progressivamente la negatività barica sul posto e dilatandone l’influenza al mediterraneo senza gli estremi destinati alle latitudini più settentrionali. La traiettoria di detta estensione mediterranea, tutta ancora da verificare, potrebbe essere abbastanza diretta a fornire una fase instabile con apporti di aria fredda, principalmente in quota, ma potrebbe anche risultare più spostata verso l’iberia ed essere, in tal caso, foriera di preliminari più miti e sud-occidentali. I dettagli di tali possibili evoluzioni, assolutamente non estranei alla possibilità di una fase invernale ma neanche estranei alla possibilità di sviluppi ai freddisti meno simpatici, li scopriremo nel futuro prossimo, tant’è che andare anche oltre e a scrutare il trend possibile dei primi giorni di gennaio, mi pare cosa assai temeraria. In proposito quel che si può appena appena dire guardando le varie mappe è che gli affondi canadesi e artico-marittimi associati ad un sub-tropicale atlantico pulsante potrebbero tendere progressivamente ad allargarsi verso occidente in maniera tale da finire per riaprire il corridoio ciclonico ovest-est ed isolare, molto a nord sull’oceano ed in un cut-off anticiclonico, il promontorio del sub-tropicale (vedi frecce grandi). Ma stiamo argomentando una mera ipotesi che, da freddista, non mi auguro. Il disegno, che mostra la situazione prevista in quota da ECMWF tra il 31 dicembre e l’1 gennaio, da l’idea dell’azione artica o artico marittima che riesce ad affondare in mediterraneo con una sua derivazione ciclonica…

Pierangelo Perelli

 

 

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